Gestiva, assieme ai suoi due figli, diverse società, intestate a prestanome, grazie alle quali otteneva ingenti finanziamenti bancari anche garantiti dallo Stato. Ma li utilizzava solo per arricchirsi.
Ad architettare il sistema truffaldino una pseudo imprenditrice emiliana già condannata per molteplici reati, dall’associazione per delinquere alla bancarotta fraudolenta, in varie località del territorio nazionale. E questa volta è finita sotto la lente della Guardia di Finanza di Bologna, che – assieme ai colleghi di diversi Comandi del Nord e Sud Italia – ha sequestrato alla donna un patrimonio per oltre 36 milioni di euro, tra fabbricati, terreni, aziende auto di lusso, conti bancari e cassette di sicurezza in cui erano custoditi contanti e orologi preziosi. Eppure lei, Patrizia Gianferrari, 68 anni, originaria di Sassuolo nel Modenese, dichiarava poche migliaia di euro all’anno.
Il sequestro preventivo è stato eseguito dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bologna dopo lunghe indagini della Procura di Reggio Emilia, con il Procuratore Gaetano Paci che ha sottolineato la lunga storia di delinquenza economica della donna, dal cui passato emerge anche una vicinanza a personalità della criminalità organizzata.
Nel servizio di Roberta Castellano, le voci di Giuseppe Nastasia, Comandante Nucleo Polizia economico-finanziaria Bologna, Giovanni Parascandolo, Comandante provinciale Guardia Finanza Bologna, e del procuretore di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci che ascoltiamo di seguito
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link