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EFRAG e i nuovi standard ESRS —

Pubblicate le nuove bozze degli standard ESRS. Più accessibili, meno onerose, ma pienamente allineate agli obiettivi della CSRD e del Green Deal europeo

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L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha pubblicato le nuove bozze riviste degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), segnando una svolta cruciale per il futuro della rendicontazione non finanziaria in Europa. La pubblicazione risponde alla richiesta formale della Commissione Europea di marzo 2025, e si inserisce pienamente nell’ambito applicativo della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata in vigore a gennaio 2024, che obbliga oltre 50.000 imprese europee a divulgare informazioni ESG in modo standardizzato e comparabile.

Il nuovo pacchetto normativo si propone di rendere il reporting più proporzionato e pragmatico, senza indebolire la sostanza informativa richiesta. Le bozze riducono del 57% gli obblighi informativi ritenuti essenziali rispetto alla versione precedente, con l’obiettivo di alleggerire il carico amministrativo per le imprese, in particolare per le PMI e le aziende al primo anno di applicazione.

Chiara Del Prete, Presidente del gruppo tecnico per il reporting di sostenibilità dell’EFRAG, ha sottolineato come le nuove bozze siano il risultato di “un’intensa attività di consultazione con oltre 800 contributi ricevuti da aziende, investitori, ONG e autorità nazionali”. Una semplificazione che riflette il bisogno di equilibrio tra efficacia normativa e fattibilità operativa

Obiettivi e novità delle nuove bozze

L’obiettivo primario di questa revisione è quello di sostenere le imprese nell’attuazione concreta della CSRD, evitando che la complessità normativa ostacoli l’adozione diffusa degli standard. In particolare, sono stati eliminati obblighi ridondanti, semplificato il linguaggio tecnico, e rivista la metodologia di doppia materialità – principio cardine della CSRD – per focalizzare l’attenzione sulle questioni davvero rilevanti dal punto di vista finanziario e di impatto ambientale-sociale.

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Tra le novità, emerge la riformulazione degli standard settoriali, che saranno sviluppati in una fase successiva e non saranno più obbligatori nel breve termine, offrendo così alle aziende più tempo per prepararsi. Inoltre, è stata introdotta una guida opzionale illustrativa che sintetizza le modifiche più rilevanti, insieme a un glossario aggiornato e a una base per le conclusioni che spiega le scelte normative compiute.

Consultazione pubblica e tempistiche

La consultazione pubblica avviata da EFRAG è aperta fino al 29 settembre 2025. Gli stakeholder – dalle aziende ai revisori, dagli investitori alle ONG – sono invitati a partecipare tramite un questionario composto da circa 30 domande, volto a raccogliere osservazioni puntuali su ogni singolo standard e sull’approccio semplificato adottato.

I contributi ricevuti serviranno a perfezionare il parere tecnico che EFRAG trasmetterà alla Commissione Europea entro il 30 novembre 2025, in vista dell’adozione definitiva prevista per l’inizio del 2026. Il processo sarà accompagnato da eventi, workshop e sessioni tecniche organizzate da EFRAG tra settembre e ottobre, per favorire un confronto diretto e trasparente con tutte le parti interessate.

L’operazione avviene in un momento cruciale per l’implementazione della CSRD, che nel 2025 coinvolgerà anche le grandi imprese non quotate, e dal 2026 progressivamente le PMI quotate e le filiali europee di gruppi extra-UE.

Un quadro normativo integrato: CSRD, ESRS e Green Deal

Le nuove bozze ESRS rappresentano l’ossatura tecnica della rendicontazione richiesta dalla Corporate Sustainability Reporting Directive, a sua volta parte integrante del più ampio European Green Deal. La CSRD ha sostituito la precedente Non Financial Reporting Directive (NFRD), ampliandone il campo d’applicazione, rafforzando i controlli e introducendo l’obbligo di assurance limitata da parte di revisori esterni.

Secondo la Commissione Europea, la standardizzazione dei report ESG è essenziale per combattere il greenwashing, facilitare l’accesso al capitale sostenibile e orientare le scelte degli investitori verso attività economiche compatibili con la Tassonomia UE. In questo senso, gli ESRS devono garantire coerenza anche con altri regolamenti chiave come il Regolamento SFDR per i fondi di investimento e il Regolamento sulla Tassonomia Ambientale.

In particolare, la revisione degli ESRS tiene conto della necessità di allinearsi con l’AI Act, laddove l’uso di strumenti di intelligenza artificiale nei processi di reporting o valutazione ESG richieda trasparenza, gestione del rischio e supervisione umana – principi condivisi dai due pacchetti normativi.

Verso una rendicontazione più accessibile e orientata al futuro

Patrick de Cambourg, Presidente del comitato per la sostenibilità dell’EFRAG, ha affermato che la semplificazione proposta “non è una rinuncia, ma una ricalibrazione basata sull’esperienza pratica, utile a creare uno standard europeo più utilizzabile, efficace e in linea con le capacità reali delle aziende”.

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La fase successiva prevede test di applicazione pilota con il coinvolgimento diretto di imprese, per assicurare che gli standard siano operativi e non solo teorici. Una valutazione costi-benefici accompagnerà l’adozione finale, per misurare l’effettiva sostenibilità del nuovo impianto normativo in termini amministrativi e informativi.

Il successo degli ESRS semplificati dipenderà dalla capacità di coniugare rigore normativo e accessibilità operativa, stimolando la creazione di una cultura della sostenibilità che sia non solo compliance, ma anche strumento di innovazione e competitività.



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