Imprese in calo del 2,3% nel Mantovano, fanalino di coda in Lombardia. Tiene l’artigianato


MANTOVA – I dati relativi alla natimortalità delle imprese nei tre territori di Cremona, Mantova e Pavia, per il secondo trimestre del 2025, elaborati dal Servizio Promozione e Informazione Economica della Camera di Commercio, mostrano complessivamente una leggera ripresa dell’andamento, con una differenza tra iscrizioni e cessazioni di segno più per tutti e tre i territori. Complessivamente, la consistenza del Registro Imprese della Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia ammonta a 107.795 aziende registrate a fine giugno. Il tasso di crescita dei tre territori risulta pari al +0,4%, con un posizionamento in territorio positivo anche per la Lombardia (+0,7%) e per l’Italia (+0,6%). Nel panorama lombardo si evidenziano performance in ripresa per tutte le province; ai vertici della classifica troviamo Milano, Sondrio e Como, mentre, in fondo, si collocano Mantova, Cremona e Varese.

Per quanto riguarda la provincia di Mantova, il tasso di crescita risulta pari al +0,2%, con un saldo tra aperture e chiusure pari a +86 unità, per un totale di 35.447 imprese registrate a fine giugno.
Nel dettaglio delle forme giuridiche, mostrano valori in crescita le società di capitali (+0,7%), le ditte individuali (+0,2%) e le “altre forme” (cooperative e consorzi), con un +0,1%, mentre in calo risultano le società di persone con un -0,2%.
Considerando le sole imprese attive lo stock risulta pari a 32.056 imprese, in calo del -2,3% su base annua.
Il comparto artigianale mantovano mostra, nel periodo aprile-giugno, una sostanziale stabilità, con un saldo tra aperture e chiusure di +3 unità, per un totale di 9.721 unità registrate a fine giugno.

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I DATI COMPLESSIVI
Considerando le sole imprese attive nelle tre province, Mantova, Cremona e Pavia, ovvero al netto delle posizioni che non hanno ancora avviato l’attività o l’hanno sospesa, oppure risultano sottoposte a procedure concorsuali, lo stock risulta pari a 96.662 imprese, in calo del -0,7% su base annua. Per l’Italia e la Lombardia si registra una variazione su base annua sempre negativa, pari rispettivamente al -0,6% e al -0,4%.

Il comparto artigianale, che rappresenta un terzo del totale delle imprese iscritte alla Camera di Commercio, mostra nel secondo trimestre del 2025 un tasso di crescita anch’esso complessivamente positivo (+0,3%), così come nel dettaglio dei tre i territori. Anche a livello regionale e nazionale emerge segno più con un valore pari al +0,4% per entrambi i territori. A livello lombardo tutte le province si collocano in territorio positivo, con le performance migliori per Milano, Sondrio e Pavia.

AURICCHIO: “ALCUNI SEGNALI POSITIVI. SETTORE PRODUTTIVO IN TRASFORMAZIONE”
“Nel secondo trimestre dell’anno iniziamo finalmente a cogliere alcuni segnali di ripresa del nostro tessuto imprenditoriale, un dato incoraggiante che riguarda anche il comparto artigianale, da sempre elemento distintivo e strategico per i nostri territori”, sostiene il Presidente Gian Domenico Auricchio. “Prosegue il cambiamento in atto ormai da oltre un decennio per quanto concerne la natura giuridica, con una crescita delle società di capitali, a fronte di un calo delle altre forme, più tradizionali. Un’evoluzione che riflette una trasformazione profonda del sistema produttivo, sempre più orientato a modelli imprenditoriali solidi e strutturati. Dopo le prime difficoltà di inizio anno, emergono quindi andamenti di segno più, ma è prematuro azzardare previsioni sull’andamento complessivo del 2025, anche in considerazione del naturale rallentamento che accompagna i mesi estivi. Resta fondamentale continuare a sostenere il sistema imprenditoriale con politiche mirate, capaci di accompagnare questa fase di ripartenza e di rafforzare la competitività e la resilienza delle nostre imprese”.

“Per questo trimestre – sottolinea la Camera di Commercio non è possibile procedere all’analisi delle attività economiche. A partire da aprile 2025, infatti, il Registro delle Imprese ha adottato la nuova codifica ATECO 2025. Di conseguenza, i dati analizzati e pubblicati del secondo trimestre 2025 fanno riferimento alla nuova classificazione, rendendo difficile un confronto con i dati del primo trimestre, legati ancora alla vecchia codifica Ateco 2007”.

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