Quando l’economia è rigenerativa – Economy Magazine


Si sente parlare sempre più spesso (anche se non ancora abbastanza) di economia rigenerativa, ma a volte non è chiaro a tutti qual è la differenza tra un’azienda che si definisce sostenibile e un’altra che dichiara di voler agire per trasformare il proprio business e contribuire allo sviluppo di un’economia rigenerativa.

Una differenza non sempre facile da capire anche se si analizzano con attenzione i documenti e le policy di aziende strutturate, ben organizzate, che hanno avviato da tempo il percorso verso lo sviluppo sostenibile. Per cercare di comprenderla si può, per esempio, confrontare l’impegno di un’azienda che cerca di ridurre la propria impronta ecologica con quello di un’organizzazione che si pone un obiettivo più sfidante: ripristinare e rigenerare gli ecosistemi danneggiati andando oltre la sola mitigazione degli impatti negativi.

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Un’impresa rigenerativa deve infatti definire con chiarezza quali sono le azioni concrete che intende mettere in atto, per esempio, per ripristinare aree danneggiate e migliorare l’equilibrio tra le esigenze del business e i bisogni delle persone e dell’ambiente. Un nuovo approccio che richiede uno sguardo olistico e la capacità di ingaggiare gli stakeholder interni ed esterni: l’economia rigenerativa prevede infatti l’empowerment partecipativo, la circolarità dei processi, oltre che naturalmente la riduzione dell’uso delle risorse naturali.

Per promuovere questo cambiamento nel 2020 è nata la Regenerative Society Foundation, una fondazione partecipativa che vede la collaborazione di imprenditori, studiosi, organizzazioni internazionali che facilitano il dialogo multilaterale a livello globale sul tema dell’economia rigenerativa. La fondazione può contare su importanti partner istituzionali: tra gli altri il Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite, presieduto da Jeffrey D. Sachs; il Centre for Bhutan Studies; l’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali; Unido (United Nations Industrial Development Organization); Asvis; Enea; il Wellbeing Research Centre di Oxford University; il Center for Sustainable Development di Columbia University. Può contare anche sulla collaborazione del Parlamento Europeo.

L’obiettivo della fondazione è mettere insieme il settore privato con il mondo scientifico, i governi, la società civile, per elaborare e perseguire una strategia, un consenso e un cammino globali verso la rigenerazione e lo sviluppo sostenibile. La fondazione si è dotata di un importante Comitato Scientifico, un think tank per lo sviluppo del quadro concettuale di una società rigenerativa. Si tratta di un organismo indipendente, che opera senza alcun rapporto finanziario con le imprese fondatrici o gli enti finanziari.

Per concludere: le aziende che scelgono un modello di business rigenerativo sono guidate dal principio che è necessario dare più di quanto si prende se si intende non solo ridurre l’impatto negativo ma creare valore positivo.

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Nel programma culturale della 13° edizione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, che sarà a Milano in Università Bocconi nei giorni 8, 9, 10 ottobre 2025 verrà dato spazio anche al tema dell’economia rigenerativa in una logica di innovazione e cambiamento.



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