Il pericolo dazi fa riaprire il dialogo tra Confindustria e sindacati


Stringiamoci a coorte, ci sono i dazi alle porte. L’incontro tra i vertici di Confindustria e le segreterie di Cgil, Cisl e Uil (Maurizio Landini, Daniela Fumarola e Pier Paolo Bombardieri), il secondo dopo l’elezione di Emanuele Orsini alla guida degli industriali, certifica una ritrovata sintonia fra le parti. Aiutata soprattutto dal pericolo rappresentato dagli imminenti dazi al 15% imposti da Donald Trump a un’arrendevole Europa.

“Abbiamo mappato una perdita possibile di 22,6 miliardi – avverte subito Orsini al termine dell’incontro – serve subito costruire delle compensazioni. La politica industriale dovrà mettere al centro nuovi mercati. L’Europa deve darci dei segnali importanti con un piano straordinario di rilancio dell’industria continentale”. Quanto ai possibili ristori ipotizzati dal governo Meloni, il presidente di Confindustria la vede diversamente: “Serve parlare di vere politiche industriali. Stiamo presentando delle misure che possono sostenere degli investimenti, sul modello della Zes unica. Quella è la via”.

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Per Orsini “il dialogo è fondamentale, soprattutto in un momento come questo, soprattutto per quello che è successo sui dazi”. Landini segue il ragionamento ma avverte: “Noi pensiamo che c’è un problema che riguarda non solo le imprese ma anche i lavoratori, ed è necessario dire alcune cose chiare. Il primo è no alle delocalizzazioni e quindi no a spostare produzione negli Stati Uniti. Credo che questo sia un punto importante, non a caso abbiamo deciso, con Confindustria, anche un approfondimento nel prossimo incontro che faremo il 17 settembre, perché la vera risposta deve essere di politica industriale, non la logica che porta invece a investire solo sulle armi o a fare investimenti fuori dal nostro paese. In ogni caso non possiamo pensare di mettere a disposizione i fondi del Pnrr, i fondi di coesione e nemmeno di dare finanziamenti a pioggia. Quello che deve sostanzialmente essere messo in campo è il progetto di politica industriale dell’Italia e dell’Europa”.

Quanto agli altri temi in discussione, il segretario generale della Cgil sintetizza: “Abbiamo discusso di salute e sicurezza, rappresentanza, semplificazione e riduzione del numero dei contratti, ma anche di investimenti in formazione”. E sul nodo del contratto dei metalmeccanici, vertenza ancora aperta dopo ben 40 ore di sciopero, Landini anticipa: “Sono previsti incontri a settembre nel tavolo dei metalmeccanici e una plenaria a ottobre. La trattativa è ripresa, è ripartito anche il tavolo delle telecomunicazioni. Ci auguriamo, e lo abbiamo detto a Confindustria, che a quei tavoli inizi davvero una discussione vera, senza pregiudiziali a partire dalla questione salariale che è un tema fondamentale, che porti davvero al rinnovo dei contratti”.

Di incontro positivo parla il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Abbiamo parlato tanto di sicurezza, della necessità di utilizzare strumenti aggiuntivi, soprattutto la formazione, con la possibilità di costruire un accordo. Ma anche di temi contrattuali, di rappresentanza e ovviamente anche dei dazi. Le previsioni indicano fino a 100mila posti di lavoro a rischio, Quindi serve una discussione più ampia e più approfondita”. “Le azioni da mettere in campo devono tutelare non solo le filiere produttive ma anche il lavoro e aprire a nuovi sbocchi commerciali – ha commentato a sua volta Daniela Fumarola che guida la Cisl – c’è bisogno di una politica industriale che tenga conto anche delle esigenze del nostro paese”. I prossimi incontri Confindustria sindacati sono già fissati, il 17 e il 30 settembre.



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