Le start-up innovative, motore del nostro sistema produttivo


Nell’editoriale di sabato scorso ho sottolineato l’importanza dell’ecosistema imprenditoriale regionale per favorire la nascita e la crescita delle start-up. Le Marche da questo punto di vista sono in buona posizione a livello nazionale. A partire dall’emanazione nel 2012 del Decreto Sviluppo che ha istituito le start-up innovative, la regione ha mostrato una notevole vivacità nella loro costituzione. A ciò hanno contribuito diversi fattori. Le Marche, come noto, sono una regione ad alta vivacità imprenditoriale. Nell’ambito specifico delle start-up innovative, le università marchigiane sono state fra le prime in Italia a favorire la nascita di spin-off universitari.

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Gli spin-off sono imprese finalizzate a portare sul mercato i risultati dell’attività di ricerca. Esse coinvolgono direttamente docenti, giovani ricercatori e studenti e possono rimanere incubate per un periodo all’interno dell’università, dalla quale ricevono servizi utili al loro sviluppo. Le università italiane sono state messe nelle condizioni di sviluppare spin-off da una modifica normativa del 1999. Hanno quindi iniziato ad operare con una decina d’anni di anticipo rispetto al decreto che ha istituito le start-up innovative.

Quest’ultimo si è in gran parte ispirato all’esperienza degli spin-off. Una start-up innovativa per essere tale deve infatti dimostrare di soddisfare uno dei seguenti requisiti: investire una quota significativa dei ricavi in ricerca e sviluppo; occupare persone con elevato livello di istruzione; essere titolare di brevetti. Si tratta degli aspetti che caratterizzano gli spin-off che, infatti, posseggono quasi sempre i requisiti per qualificarsi come start-up innovativa. Il Decreto Sviluppo mirava ad una maggiore diffusione del fenomeno, con norme che agevolano la nascita e le prime fasi di sviluppo delle start-up e che favoriscono la creazione di un ecosistema imprenditoriale adatto al loro sostegno. Un ecosistema che nelle Marche era già sufficientemente robusto.

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La business plan competition eCapital è nata nel 2001 ed è stata una delle prime in Italia. Da allora ha favorito la nascita di centinaia di imprese e offerto formazione a migliaia di aspiranti imprenditori. Gli incubatori The Hive ad Ancona e Jcube a Jesi sono stati fra i primi incubatori nell’Italia centrale ed hanno anch’essi favorito lo sviluppo di decine di star-up oltre che diffondere cultura ed esperienza in questo ambito. Per questo la regione è stata da subito terreno fertile alla nascita di start-up innovative. Dall’emanazione del Decreto Sviluppo e l’istituzione dell’apposito registro presso le Camere di Commercio, nelle Marche sono state avviate oltre 300 start-up innovative. Questi numeri sembrano poco rilevanti se si considera che nelle Marche nascono circa 8.000 imprese ogni anno. Le start-up sono un segmento piccolo ma molto significativo per le prospettive di sviluppo della regione. Uno dei requisiti delle start-up innovative è di occupare persone con elevati livelli di istruzione; esse, quindi, contribuiscono a trattenere in regione persone con elevate competenze e con elevata propensione imprenditoriale.

Una quota rilevante delle start-up innovative sviluppa tecnologie e servizi per altre imprese; sono quindi agenti di innovazione per le imprese del territorio. Infine, le start-up innovative contribuiscono a diversificare il sistema produttivo regionale verso settori ad alta tecnologia e con maggiori prospettive di crescita: tecnologie informatiche o bio-tecnologie per fare alcuni esempi. Come notato in precedenti interventi, ci sono due ambiti nei quali l’ecosistema imprenditoriale regionale dovrebbe migliorare. Il primo è quello della disponibilità di investitori nel capitale di rischio, essenziale per la crescita delle start-up. Il secondo è quello di un più efficace raccordo con le imprese già consolidate.

Le start-up sono infatti un importante elemento all’interno delle strategie di open innovation delle imprese. Strategie ancora poco diffuse nella nostra regione. Migliorare su questi due fronti darebbe un significativo impulso all’impatto che le start-up innovative possono fornire alla crescita e alla diversificazione del nostro sistema produttivo.

*Docente di Economia Applicata all’Università Politecnica delle Marche





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