Nel mondo dell’arte contemporanea, dietro ogni mostra, fiera o vendita, esiste un sistema invisibile ma fondamentale fatto di database, siti web, anagrafiche di clienti e strumenti per la gestione delle opere. A occuparsene sono le cosiddette piattaforme art tech, software specializzati che aiutano gallerie, artisti e collezionisti a organizzare e far funzionare il proprio lavoro quotidiano. Due delle principali realtà in questo ambito, Artlogic e ArtCloud, hanno appena annunciato la loro fusione in un’unica società. Artlogic è una piattaforma con sede nel Regno Unito, attiva da oltre vent’anni, utilizzata da migliaia di gallerie per gestire collezioni, clienti, inventari e creare siti web professionali. ArtCloud, con base negli Stati Uniti, ha una storia più recente, ma è cresciuta rapidamente grazie a un’interfaccia intuitiva e a strumenti digitali all’avanguardia, usati anche da artisti indipendenti e realtà emergenti.
La fusione tra queste due piattaforme rappresenta una delle operazioni più significative del settore. Insieme, servono oltre 6.000 clienti in tutto il mondo, tra gallerie, artisti e studi, e gestiscono milioni di opere d’arte. Lo scopo di questa unione è di creare un’unica piattaforma in grado di aggregare tutti i servizi digitali necessari in un unico luogo. Dalla gestione dell’inventario all’organizzazione di mostre, dalle vendite online al rapporto con i collezionisti, all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per catalogare e valorizzare le opere.
Per gli utenti attuali di Artlogic e ArtCloud, non cambierà nulla nell’immediato: le due piattaforme continueranno a funzionare separatamente mentre i team tecnici inizieranno a lavorare a un’integrazione graduale. L’obiettivo è di realizzare un sistema unico che unisca il meglio di entrambe le tecnologie, senza perdere funzionalità già esistenti. I CEO delle due aziende, Mike Profit (Artlogic) e Alex West (ArtCloud), hanno spiegato come questa fusione nasca da una visione comune: rendere l’arte più accessibile e gestibile attraverso strumenti digitali professionali, capaci di supportare sia le grandi gallerie internazionali sia le realtà più piccole. In un mercato sempre più globale e competitivo, in cui la presenza online è diventata essenziale anche per vendere un’opera o contattare un collezionista, questa unione offre soluzioni efficaci e sostenibili. Oltre alla portata tecnologica, questa operazione sancisce un passaggio culturale importante, anche nel mondo dell’arte la digitalizzazione non è più un’eccezione, ma la nuova normalità. Gallerie, fondazioni e artisti stanno cercando di adattarsi a un ecosistema sempre più connesso, dove avere strumenti affidabili e integrati può fare la differenza tra essere visibili o restare indietro. La nuova piattaforma che nascerà da questa fusione consente di essere un punto di riferimento per il settore: una cabina di regia digitale in grado di gestire tutte le attività quotidiane del lavoro artistico e commerciale. Se funzionerà, potrebbe diventare un modello anche per altri settori culturali che stanno cercando di modernizzarsi senza perdere la propria identità.
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