un settore in crescita che offre nuove opportunità di investimento « LMF Lamiafinanza



Nonostante la bufera dei dazi, la fiducia globale nel comparto alimentare e delle bevande tende a rafforzarsi, spinta dalla resilienza italiana e da un ecosistema industriale che evolve tra innovazione, export e capitali privati

Con un punteggio di 73 su 100, il settore food & beverage continua a rappresentare nel mondo una delle filiere industriali più solide e resilienti a livello globale. A dirlo è l’Edelman Trust Barometer 2025, il report annuale basato su oltre 33.000 interviste in 28 Paesi, che misura la fiducia dei cittadini nei principali comparti economici. Un dato che, per l’Italia, migliora ulteriormente: dal 69% del 2024 al 71% nel 2025, confermando non solo un ritorno alla fiducia da parte dei consumatori, ma anche un rinnovato slancio per investitori e operatori del settore.

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L’ultima parola però sarà quella che rileveremo a fine 2025: in un contesto segnato da incertezze geopolitiche, crisi energetiche e inflazione alimentare, riteniamo che il food & beverage si possa confermare una roccaforte per l’economia reale, oltre che un comparto strategico per lo sviluppo industriale e per chi è alla ricerca di opportunità di investimento sostenibili, tangibili e anticicliche.

Il caso Italia: fiducia in crescita e attrattività internazionale

Il +2% di fiducia registrato prima del problema “dazi” dal comparto italiano nel 2025 secondo Edelman è un segnale importante, che si riflette in una serie di indicatori economici positivi.

L’export agroalimentare italiano ha superato i 64 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del +8% rispetto all’anno precedente (dati ISMEA);
Le startup innovative nel foodtech italiano hanno raccolto oltre 300 milioni di euro negli ultimi tre anni, con particolare attenzione a packaging sostenibile, alternative plant-based e tecnologie per la tracciabilità;
Il private equity ha mostrato rinnovato interesse per le PMI del settore food, soprattutto quelle con forte brand identity e potenziale di espansione internazionale.

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L’Italia, patria del cibo di qualità, sta riuscendo a conciliare tradizione e innovazione, attirando investitori interessati a valorizzare il patrimonio enogastronomico nazionale attraverso operazioni di capitalizzazione, internazionalizzazione e digitalizzazione.

Food & Beverage come settore anticiclico

In un momento in cui altri comparti come il tech o il fashion subiscono fluttuazioni pesanti legate al ciclo economico, il food & beverage mostra una resilienza strutturale. Il cibo, per quanto soggetto a variazioni di prezzo, resta un bisogno primario. Ma non solo: è sempre più percepito come parte di uno stile di vita, carico di valori etici, ambientali e culturali.

Questa tenuta si traduce in maggior stabilità per gli investimenti azionari e obbligazionari legati a società del settore; opportunità di diversificazione di portafoglio, specialmente per fondi ESG e family office alla ricerca di asset con impatto concreto; potenziale di crescita nei mercati emergenti, dove la domanda di prodotti alimentari europei di qualità è in continua ascesa.

Dove investire nel food & beverage: focus su trend e asset

Il comparto si sta ristrutturando lungo assi di innovazione e sostenibilità che aprono nuove opportunità:

Agritech e precision farming: tecnologie per migliorare resa, tracciabilità e sostenibilità delle colture.
Packaging e logistica sostenibili: con normative sempre più stringenti sul packaging monouso, cresce la domanda di materiali biodegradabili e soluzioni smart per la catena del freddo.
Mercati alternativi e plant-based: il mercato globale delle alternative vegetali ha superato i 15 miliardi di dollari nel 2024, e si prevede raggiungerà i 24 miliardi entro il 2027 (fonte: Statista).
Retail alimentare tech-driven: dall’e-commerce alla GDO intelligente, passando per il quick delivery e l’intelligenza artificiale applicata alla domanda.

Strumenti finanziari per puntare sul settore

Chi vuole investire nel food & beverage ha oggi a disposizione diverse modalità:

  • ETF tematici (es. iShares MSCI Global Food Producers, VanEck Future of Food);

  • Fondi internazionali specializzati in agrifood e impact investing, come Tikehau o Oltre Impact;

  • Private equity e club deal focalizzati su PMI del made in Italy enogastronomico;

  • Mini bond e basket bond emessi da imprese italiane del food (es. Consorzio Parmigiano Reggiano, Rigoni di Asiago);

  • Crowdinvesting su piattaforme come Mamacrowd o BacktoWork, dove il food è tra i settori più finanziati dai piccoli investitori.

Geopolitica, sostenibilità, export: il contesto favorevole

Nonostante le tensioni internazionali e la pressione inflazionistica, il food & beverage beneficia di una domanda mondiale costante e, anzi, crescente. Secondo FAO e OCSE, la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi entro il 2050: il fabbisogno alimentare aumenterà di almeno il 70%, con una domanda sempre più orientata verso prodotti sani, tracciabili e sostenibili.

In questo contesto, i Paesi europei con reputazione forte come l’Italia sono in pole position per intercettare capitali internazionali, anche grazie alla credibilità dei propri brand e alla qualità della filiera.

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Il dato Edelman Trust Barometer, che assegna 73 punti al settore food & beverage a livello globale e 71 all’Italia, non è solo simbolico: è un indicatore di solidità percepita, fondamentale per attrarre capitali e sostenere lo sviluppo industriale del comparto. In un mondo che cerca stabilità e impatto, il food & beverage si conferma un asset strategico. Per gli investitori italiani e internazionali, rappresenta un’opportunità concreta di rendimento, innovazione e partecipazione allo sviluppo sostenibile dell’economia reale.



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