Borse di studio, ancora tagli a Pavia mancano nove milioni


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Molto peggio dello scorso anno, quando era di 5 milioni il deficit tra finanziamenti previsti per le borse di studio e stima dell’importo necessario per pagarle a tutti gli universitari aventi diritto. La delibera della giunta regionale con le tabelle relative al finanziamento per l’anno accademico 2025/2026 evidenzia invece un divario quasi raddoppiato: mancano all’appello circa 9 milioni.

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A determinare il notevole aumento del passivo è la riduzione dei fondi sia a livello statale che regionale, a cui si aggiunge il venir meno – rispetto all’anno scorso – del contributo del Pnrr. Il risultato per il complesso degli atenei lombardi è che la previsione di finanziamento è di 82 milioni, meno della metà del fabbisogno stimato (169 milioni): lo scorso anno la copertura del fabbisogno era al 70%.

In particolare per quanto riguarda l’Università di Pavia, rispetto a una previsione per il prossimo anno di 17,3 milioni per coprire tutti gli aventi diritto (con lievissimo incremento rispetto al 2024-2025) il finanziamento è di quasi 8,4 milioni, con una netta diminuzione a confronto con l’anno scorso (12,2 milioni). Nel dettaglio, la quota del Fondo integrativo statale scende da 4,3 a 3,2 milioni, le risorse regionali passano da 1,7 a 1,4 milioni, e come detto non ci sono più i 2,1 milioni del Pnrr. La conseguenza, paradossale, è che la principale fonte di finanziamento diventa l’introito della tassa regionale per il diritto allo studio, che è quella pagata dagli studenti (3,8 milioni).

Risorse ampiamente ridotte anche per l’Istituto Vittadini: con un fabbisogno previsto in crescita a 90mila euro, i finanziamenti ammontano anche in questo caso a metà circa (meno di 44 mila euro).

Se è vero che la forte riduzione di finanziamenti è al momento una previsione, non c’è da attendersi un ritocco di notevoli proporzioni: lo scorso anno a fronte di una previsione del Fondo integrativo statale di 40 milioni di euro per la Lombardia, la quota definitiva fu di poco inferiore ai 50, largamente insufficiente a coprire il fabbisogno totale.

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l’intervento di edisu e università

Dovranno dunque essere ancora una volta Università ed Edisu, con proprie risorse e stavolta ancora più corpose, a coprire il disavanzo finale per contenere o annullare il numero dei cosiddetti «idonei non beneficiari», in pratica gli studenti che pur avendo diritto alla borsa rimangono esclusi dal percepire quanto gli spetterebbe, proprio per l’insufficienza dei finanziamenti. Un fenomeno più volte denunciato dalle associazioni studentesche, in primis l’Udu.

Per il 2022-23 Edisu era riuscita a erogare le borse a tutti i 2.684 idonei grazie al contributo dell’Università (2,5 milioni) e attingendo a risorse proprie (500mila euro). Per il 2023-24 sono risultati idonei in 2.880, ma i 12,5 milioni ottenuti dall’Università sono stati sufficienti solo per 2.061: «Rimangono esclusi allo stato 819 idonei», si legge nel bilancio Edisu del 2024, approvato ad aprile. —



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