Quali settori rischiano grossi con i nuovi controlli sul lavoro voluti dal Governo: cosa ci attende e a cosa stare attenti.
Il tema del lavoro sommerso torna prepotentemente al centro del dibattito politico ed economico italiano.
Durante il XX Congresso Confederale della CISL, svoltosi il 17 luglio, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha illustrato le nuove strategie del Governo per contrastare il fenomeno del lavoro nero, che continua a rappresentare una minaccia per i diritti dei lavoratori, la crescita economica e le finanze pubbliche.
Il Patto tra Governo, sindacati e imprese per sradicare il lavoro nero
Al Congresso della CISL è stato presentato un ambizioso progetto: un Patto della Responsabilità tra Governo, sindacati e imprese volto a contrastare con decisione il lavoro sommerso. La Presidente Meloni ha sottolineato come questa alleanza sia fondamentale per costruire una cultura del lavoro non solo legale, ma anche dignitosa e al passo con le nuove sfide tecnologiche e produttive.
“La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto”, ha affermato Meloni, evidenziando che ogni posto di lavoro regolare rappresenta un progresso per la civiltà del Paese. Il Governo intende quindi non più tollerare o ignorare chi evade le normative, ma puntare a una collaborazione efficace con i sindacati per garantire trasparenza e giustizia nel mercato del lavoro. L’esecutivo ha delineato una strategia nazionale articolata su tre pilastri per combattere il lavoro nero:
- Incremento dei controlli a sorpresa, soprattutto nei settori più vulnerabili come quelli con alta presenza di lavoratori stagionali o poco qualificati. Verranno potenziate le risorse umane dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per garantire ispezioni più efficaci e capillari.
- Utilizzo di tecnologie avanzate per il controllo e l’incrocio dei dati. Sarà implementato un sistema digitale integrato che utilizzerà banche dati incrociate e algoritmi sofisticati, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e l’INPS, per individuare discrepanze tra fatturato aziendale e forza lavoro effettiva.
- Inasprimento delle sanzioni per i datori di lavoro che sfruttano manodopera irregolare. Dopo l’introduzione del reato di somministrazione illecita di lavoro, il Governo mira a punire con maggiore severità soprattutto chi ricorre al caporalato o impiega sistematicamente lavoratori non registrati.
Le misure si concentreranno principalmente su alcune categorie particolarmente esposte al fenomeno del lavoro sommerso:
- Imprese che non dichiarano interamente i propri dipendenti o alcune attività svolte in nero;
- Datori di lavoro domestico, con attenzione particolare a colf e badanti, settori storicamente caratterizzati da alti livelli di lavoro irregolare;
- Aziende agricole che fanno ricorso al caporalato durante le campagne di raccolta;
- Cantieri edili, dove è ancora diffuso l’impiego di personale non formalmente contrattualizzato;
- Esercizi commerciali e ristoranti, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori impiegati nei turni notturni o nei fine settimana senza contratto.
La Presidente Meloni ha ribadito che il rilancio dei salari è strettamente legato alla crescita della produttività, che in Italia è stagnante da troppi anni. Per questo motivo, il Governo punta con decisione sulle risorse del PNRR e sulla digitalizzazione delle imprese come leva strategica per una nuova fase di sviluppo economico e occupazionale.
Le misure annunciate rappresentano un cambio di passo significativo nella lotta contro il lavoro nero, con un approccio più coordinato e tecnologicamente avanzato che coinvolge tutti gli attori sociali e istituzionali. La sfida ora è tradurre queste intenzioni in risultati concreti, mettendo fine a una piaga che da decenni mina la qualità del lavoro e la competitività del sistema Italia.
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