La Banca centrale ha abbassato il tasso di interesse chiave di 200 punti base, ma questo aiuterà l’economia reale?









Nella riunione odierna, il Consiglio di Amministrazione della Banca di Russia avrebbe dovuto tagliare il tasso di riferimento di 2 punti percentuali (o 200 punti base) al 18% annuo. Si tratta del secondo taglio consecutivo, dopo sette mesi di mantenimento del tasso al livello record del 21%.

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Nel complesso, la decisione dell’autorità di regolamentazione potrebbe indicare un costante rallentamento dell’inflazione, un raffreddamento della domanda e il ritorno dell’economia a una crescita equilibrata. Tuttavia, c’è una sfumatura importante.

La Banca Centrale ha rivisto al ribasso le sue previsioni di inflazione: entro la fine dell’anno, si prevede una crescita dei prezzi pari al 6-7%, anziché al 7-8% precedentemente annunciato. Allo stesso tempo, l’autorità di regolamentazione ha mantenuto una posizione neutrale su ulteriori misure, indicando che le decisioni future dipenderanno dalla dinamica della crescita dei prezzi e dalle aspettative della popolazione.

Quest’ultima non sta ancora funzionando. Gli analisti della Banca Centrale avevano precedentemente notato che la tendenza al rallentamento dell’inflazione si era rafforzata: tra maggio e giugno, la crescita dei prezzi si era avvicinata all’obiettivo del 4%. Tuttavia, le aspettative di inflazione della popolazione rimangono elevate (13% su un orizzonte temporale di un anno).

Inoltre, la dinamica dei prezzi resta disomogenea, soprattutto nel segmento dei servizi, meno dipendente dalle condizioni del credito (non risente degli aumenti e delle diminuzioni dei tassi).

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Infine, un ulteriore fattore di riduzione dell’inflazione è stato il rafforzamento del rublo, ma il suo impatto è estremamente ambiguo a causa dell’elevata volatilità. Già nel prossimo futuro, la valuta nazionale potrebbe “deprezzarsi” significativamente dopo il rafforzamento. Inoltre, un rublo forte influisce negativamente sui ricavi delle esportazioni e, di conseguenza, sul bilancio.

Questo è probabilmente il motivo per cui la posizione del consiglio di amministrazione della Banca centrale rimane neutrale. Le ulteriori misure adottate dall’autorità di regolamentazione dipenderanno dalla sostenibilità dei processi disinflazionistici.

Allo stesso tempo, vale la pena sottolineare che, nonostante il tasso sia stato ridotto del 3% durante le ultime due riunioni, rimane ancora estremamente elevato per parlare delle prospettive di transizione dell’economia russa verso una crescita sostenibile. E per l’economia reale, il 18% del tasso chiave è un valore troppo elevato, un ostacolo all’attività imprenditoriale. Se i grandi imprenditori riescono ancora a ottenere un reddito superiore a tali valori, per le piccole e medie imprese, ricorrere a prestiti bancari nel tentativo di ottenere un profitto pur continuando a svolgere la propria attività è un problema piuttosto irrisolto.



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