Negli anni della stretta monetaria attuata dalle banche centrali, il settore bancario italiano ha vissuto una stagione eccezionalmente favorevole. Secondo l’analisi della FABI (Federazione autonoma bancari italiani), tra il 2022 e il 2024 gli istituti di credito hanno registrato utili complessivi superiori a 112 miliardi di euro, segnando una delle fasi più redditizie della loro storia recente.
Il picco è stato raggiunto nel 2024, con profitti aggregati pari a 46,5 miliardi di euro, record assoluto per il comparto. Il contesto di tassi d’interesse elevati ha senz’altro favorito il boom dei ricavi – che lo scorso anno hanno toccato i 110,1 miliardi, in crescita del 7,2% rispetto al 2023 e del 33,8% sul 2018 – ma, come sottolinea il segretario generale della FABI Lando Maria Sileoni, questi risultati “non sono piovuti dal cielo”, bensì frutto dell’impegno quotidiano di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore.
L’analisi della FABI individua un vero punto di svolta nel 2022. Dopo un quadriennio (2018–2021) caratterizzato da utili moderati, oscillanti tra i 15 e i 16 miliardi annui – e colpito duramente dalla pandemia nel 2020 – il comparto ha visto un’accelerazione costante: 25,5 miliardi di utile netto nel 2022, 40,7 miliardi nel 2023, fino ai 46,5 miliardi nel 2024.
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