il rischio di un effetto boomerang


I bonus fiscali per il rientro dei cervelli hanno perso appeal negli ultimi anni, ma i dati che arrivano dall’INPS impongono una riflessione: la stretta sulle agevolazioni frena il ritorno di giovani con redditi alti

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Dal 2024 i bonus fiscali previsti per favorire il rientro dei cervelli hanno assunto una nuova veste diventando meno accessibili e meno vantaggiosi. E il rischio è che la stretta sulle agevolazioni fiscali freni il ritorno in Italia di persone giovani e con redditi alti, proprio quello di cui il Paese, in pieno declino demografico, avrebbe bisogno.

A suggerire questa ipotesi sono i dati pubblicati nell’ultimo Rapporto annuale INPS che si fermano al 2023, ultimo anno in cui era in vigore il vecchio impianto.


Rientro dei cervelli, la stretta sui bonus fiscali penalizza soprattutto giovani e redditi alti

I tempi non sono maturi per fare una valutazione sulle conseguenze del nuovo regime impatriati, ma la stessa platea di chi ha beneficiato dei bonus fiscali negli anni suggerisce coloro che saranno potenzialmente interessati dalle restrizioni sulle agevolazioni e apre la strada a delle riflessioni.

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Rendendo più vantaggiosi e più accessibili i benefici per favorire il rientro dei cervelli, le lavoratrici e i lavoratori arrivati dall’estero sono passati da poco più di 1.700 nel 2016, anno di nascita del primo regime impatriati, a oltre 40 mila nel 2023.


In questo trend crescente è rimasta una costante: gli under 40 hanno sempre rappresentato la maggior parte delle persone che hanno beneficiato del regime agevolato.

È legittimo, quindi, ipotizzare che la stretta sulle agevolazioni, determinata dall’entrata in vigore del nuovo regime, penalizzi proprio i più giovani, tanto più se si considera che le nuove regole hanno allungato anche i tempi di permanenza all’estero necessari per beneficiare della riduzione della base imponibile.

La scelta di socchiudere le porte al rientro dei cervelli, quindi, sembra andare in una direzione contraria alle necessità del momento.

Bonus fiscali per il rientro dei cervelli: il rischio di un effetto boomerang con i nuovi requisiti

L’Italia è in pieno declino demografico e ha bisogno di trovare strategie per far quadrare i conti che, dalle spese sanitarie alle pensioni, senza ricambio generazionale diventano sempre più salati.

In altre parole, serve attrarre nuove lavoratrici e nuovi lavoratori, tanto più se giovani, tanto meglio se con redditi alti, come nel caso di coloro che sono rientrati grazie alla spinta delle agevolazioni fiscali.

Il reddito mediano annuo lordo di chi ha beneficiato di bonus è pari a 57.612 euro contro una mediana di 30.783 euro per il totale dei lavoratori, si legge nel Rapporto Annuale INPS presentato il 16 luglio che, tra gli altri dati, registra per il 2023 circa 920 milioni di euro di entrate contributive dagli impatriati.

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Se da un lato il guadagno fiscale che ne deriva nei primi anni è minimo (le agevolazioni consistono proprio in una riduzione importante della base imponibile, quindi dell’importo su cui si calcolano le imposte da versare), dall’altro bisogna guardare ai ritorni come a una semina per il futuro. Fondamentale in un momento in cui il futuro desta preoccupazione.

Senza dubbio, la leva fiscale non è tutto e non è l’unica ragione per tornare.

“Rimane aperta una questione fondamentale rispetto all’efficacia strutturale di questi incentivi: se abbiano effettivamente favorito il rientro di capitale umano che, in assenza della misura, non avrebbe fatto ritorno in Italia, oppure se abbiano prevalentemente premiato individui, italiani o stranieri, che avevano già maturato l’intenzione di rientrare”.

È l’interrogativo posto dall’INPS nel rapporto.

Difficile dare una risposta, ma un dato è certo: allargando il raggio d’azione delle agevolazioni, c’è stata una crescita esponenziale di lavoratori e lavoratrici beneficiari. E allo stesso modo la stretta sui requisiti e sui vantaggi rischia di scoraggiare giovani, e non solo, intenzionati a tornare con un effetto boomerang sui difficili equilibri da raggiungere in pieno declino demografico.



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