pagamenti in ritardo sull’assegno unico di luglio 2025


Anche a luglio 2025, molte famiglie italiane si trovano ad affrontare pagamenti in ritardo sull’assegno unico universale, il contributo economico che sostiene chi ha figli a carico.


Una situazione che, per l’ennesima volta, mette in difficoltà soprattutto i nuclei meno abbienti, per i quali ogni giorno di attesa può rappresentare un serio ostacolo alla gestione delle spese quotidiane.

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Cos’è l’assegno unico universale?

Introdotto nel 2022 e confermato anche per quest’anno, l’assegno unico universale è un aiuto economico destinato a tutti i genitori con figli a carico, dalla nascita fino ai 21 anni di età. In caso di disabilità, il beneficio è garantito anche oltre questo limite. Il contributo ha sostituito una serie di misure precedenti — come le detrazioni fiscali per figli o gli assegni familiari — con l’obiettivo di semplificare l’accesso al sostegno per la genitorialità.

L’importo dell’assegno viene calcolato in base all’ISEE del nucleo familiare. Le famiglie con redditi più bassi ricevono importi più alti: si parte da circa 57 euro a figlio per chi ha un ISEE elevato, e si può arrivare a superare i 200 euro al mese per chi rientra nelle fasce meno agiate. Sono inoltre previste maggiorazioni per figli minori, situazioni di disabilità, madri giovani, famiglie numerose o con entrambi i genitori occupati.

La richiesta va inoltrata una sola volta all’anno, salvo modifiche nelle condizioni del nucleo familiare. Il pagamento viene effettuato mensilmente dall’INPS sul conto corrente indicato al momento della domanda.

Pagamenti in ritardo sull’assegno unico anche a luglio 2025

Anche per il mese di luglio, come già accaduto nei mesi precedenti, l’accredito dell’assegno unico potrebbe subire ritardi. A rallentare le tempistiche è ancora una volta l’adozione del sistema Re.Tes., entrato in funzione a marzo e pensato per rendere più efficiente la gestione dei pagamenti. Tuttavia, la fase di transizione ha causato diversi disagi, dilatando le attese per molte famiglie.

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Secondo quanto comunicato in precedenza dall’INPS, i versamenti dovrebbero iniziare intorno al 20 del mese, per questo mese nello specifico si parla di pagamenti che vanno dal 21 al 22 luglio. Eppure si temono come al solito ritardi. Va ovviamente detto che chi ha visto cambiare l’importo rispetto al mese precedente — per aggiornamenti dell’ISEE o variazioni nel numero di figli — potrebbe dover aspettare fino alla fine del mese per ricevere l’accredito. Tuttavia in generale, si deve evidenziare che in passato i pagamenti arrivavano generalmente a metà mese. Ora, la distinzione tra chi ha situazioni “stabili” e chi ha subito modifiche sta causando una gestione a due velocità, che penalizza chi ha più bisogno di liquidità immediata.

Un disagio che si ripete

I ritardi non sono una novità e stanno alimentando crescente frustrazione tra i beneficiari. In alcuni casi, sono già stati segnalati accrediti mancanti senza alcun preavviso o spiegazione: peggio ancora per altri, nei mesi scorsi l’attesa si è protratta per settimane, senza risposte chiare da parte dell’Istituto.

Un ritardo anche di pochi giorni può pesare su bilanci familiari già messi alla prova da affitti, utenze e spese scolastiche. In questo contesto, la richiesta di maggiore trasparenza e puntualità nei versamenti si fa sempre più pressante. L’auspicio è che luglio sia l’ultimo mese di assestamento e che, a partire da agosto, il nuovo sistema vada finalmente a regime.

Come verificare la propria situazione

Per chi vuole monitorare la propria posizione, l’area personale sul sito dell’INPS rappresenta lo strumento principale. Accedendo con SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS), è possibile controllare lo stato dei pagamenti, visualizzare gli importi e scaricare i riepiloghi con le eventuali maggiorazioni.

Nel caso in cui l’accredito non risulti registrato dopo il 22 luglio, è consigliabile contattare direttamente l’Istituto attraverso uno dei seguenti canali:

  • Numero verde 803 164: gratuito da linea fissa;

  • Numero 06 164 164: da cellulare (servizio a pagamento);

  • Posta certificata (PEC): per chi dispone di un indirizzo PEC;

  • Servizio “INPS Risponde”: accessibile anche da smartphone e tablet, utile per inviare segnalazioni e consultare lo stato delle domande.

Il contact center INPS è operativo dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 20:00, e il sabato fino alle 14:00.

Gli importi aggiornati per il 2025

Per conoscere nel dettaglio le cifre previste quest’anno, è disponibile un documento PDF con la tabella completa degli importi, comprensiva delle maggiorazioni stabilite in base all’indicatore ISEE. Un riferimento utile per verificare se quanto ricevuto corrisponde a quanto effettivamente spettante. Qui il documento completo.

In attesa di una piena stabilizzazione del sistema, resta forte il senso di incertezza che accompagna i beneficiari mese dopo mese. E mentre la burocrazia prende tempo, milioni di famiglie continuano a fare i conti con un supporto che arriva, troppo spesso, in ritardo.

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