Imprese venete, la burocrazia Ue rende quasi impossibile accedere ai 409 miliardi del Fondo europeo – La Nuova Padania


Oltre duemila miliardi di euro dall’Ue, ma le piccole e medie imprese rischiano di restarne escluse. Lo afferma il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto in merito alla proposta della Commissione europea per il nuovo Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2028-2034, presentata il 16 luglio. Confartigianato Veneto ricorda che il nuovo Qfp si articola in due strumenti principali: i Piani nazionali e regionali di partenariato – che accorpano politiche agricole e di coesione in un unico piano nazionale integrato – e il Fondo europeo per la competitivita’, dotato di 409 miliardi di euro. Quest’ultimo mira a sostenere gli investimenti d’impresa nei settori chiave della transizione verde, digitale, biotecnologie, salute, difesa e spazio. Sono inoltre previsti 175 miliardi per ricerca e innovazione attraverso Horizon Europe. Secondo Confartigianato Veneto, tuttavia, l’impianto generale rischia di penalizzare proprio quelle imprese – le Pmi artigiane – che costituiscono l’ossatura produttiva di molte economie regionali, come quella veneta.

“Se non verranno definiti meccanismi di accesso semplici e realmente proporzionati alle dimensioni delle imprese, corriamo il serio pericolo che questi fondi restino appannaggio delle grandi aziende e dei grandi gruppi di ricerca”, dichiara Boschetto. Il Veneto e’ la seconda regione italiana per vocazione manifatturiera dopo l’Emilia-Romagna, con un valore aggiunto medio di 8.850 euro per abitante contro i 5.210 della media nazionale.

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“Le nostre imprese – evidenzia il presidente – nel 2024 hanno cercato oltre 50.000 lavoratori, ma non sono riuscite a trovarne il 62,5 per cento: un mismatch che mina la competitivita’ delle filiere”.

Da qui l’appello a un cambio di passo, con politiche europee piu’ vicine alle esigenze reali dei territori. Confartigianato Veneto esprime inoltre preoccupazione per la centralizzazione delle decisioni industriali a Bruxelles, che rischia di allontanare le politiche comunitarie dai bisogni locali. “I piani di partenariato possono diventare uno strumento efficace per lo sviluppo locale se il dialogo tra Stato, Regioni e rappresentanze produttive sara’ reale e continuo affinche’ le risorse vengano calate sui bisogni delle imprese artigiane e delle Pmi”, conclude Boschetto. 



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