Comunicato Confartigianato Imprese Marca Trevigiana | DAZI E MIX DI FATTORI RECESSIVI, MANIFATTURA TREVIGIANA A RISCHIO


(AGENPARL) – Roma, 20 Luglio 2025

(AGENPARL) – Sun 20 July 2025 DAZI E MIX DI FATTORI RECESSIVI, MANIFATTURA TREVIGIANA A RISCHIO
Nella Marca Trevigiana il settore vale 10.338 euro di valore aggiunto per abitante, dato che colloca la nostra provincia al secondo posto in Veneto. Il doppio rispetto alla media italiana
I fattori di rischio: volatilità dei prezzi dell’energia (+52,7% dei costi rispetto alla media 2021); crisi dell’automotive e rallentamento della Germania (- 8,9% di esportazioni); stretta creditizia (+ 2,84% dei tassi della PMI sulle medie e grandi imprese); svalutazione del dollaro (- 11,2%)
Armando Sartori: «Serve una visione strategica che accompagni le imprese e le tuteli in questa nuova fase di incertezza. È una responsabilità dell’Unione europea e del Governo italiano»
«Attenzione, lo spettro dei dazi USA va ad aggiungersi a un mix velenoso di fattori recessivi per la nostra manifattura, la più grande nell’Unione Europea per occupati nelle micro e piccole imprese. Una realtà produttiva che nella Marca Trevigiana vale 10.338 euro di valore aggiunto per abitante, dato che colloca la nostra provincia al secondo posto in Veneto e all’ottavo in Italia. La media italiana è di 5.210 euro per abitante, in pratica la metà di Treviso». A lanciare l’allarme è Armando Sartori, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.
L’Associazione ha analizzato a fondo i fattori di rischio per la manifattura trevigiana. Le tensioni geopolitiche rendono volatili i prezzi dell’energia. Nella media dei primi sei mesi del 2025 i prezzi dell’energia elettrica e del gas risultano del 52,7% superiori alla media del 2021, anno precedente allo scoppio della crisi energetica.
La stretta creditizia più forte della storia dell’Unione monetaria europea ha ridotto la domanda interna ed estera di beni di investimento, tra cui macchinari e impianti. Nel 2024 in Veneto, la media dei tassi d’interesse alle piccole imprese era del 8,93%, contro un tasso del 6,09% alle medie e grandi imprese, con una differenza del 2,84%.
La moda trevigiana vive una crisi strutturale, evidenziata nel 2024 da una contrazione delle esportazioni del 5,7% per i tessuti, dell’8,8% dell’abbigliamento e del 12,7% degli articoli in pelle. La produzione nel 2025 rimane di oltre un terzo inferiore al livello del 2019, precedente alla pandemia.
«Nella prima parte del 2025 si è registrata una piccola ripresa», sottolinea il presidente Armando Sartori, «comunque depotenziata dalla svalutazione del dollaro dell’11,2% tra gennaio e giugno 2025 e dall’incertezza sui dazi statunitensi. Come categoria abbiamo bisogno strumenti per la diversificazione dei mercati, incentivi all’innovazione e investimenti infrastrutturali ed energetici che rafforzino la resilienza del nostro sistema produttivo. I nostri imprenditori hanno dimostrato di saper affrontare le sfide globali con qualità, flessibilità e radicamento nei territori. Ora serve una visione strategica che le accompagni e le tuteli in questa nuova fase di incertezza. È una responsabilità dell’Unione europea e del Governo italiano».

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