«I fondi ci sono ma l’aspetto decisivo è dato dai tempi di risposta delle pubbliche amministrazioni» del resto a testimoniarlo è quanto sta avvenendo con la Zes unica del Mezzogiorno il cui successo è legato «alle tante autorizzazioni ad investire concesse grazie all’elemento della certezza del tempo di risposta in 45 giorni».
Si sa, i proverbi non sbagliano mai per cui dire che il tempo è denaro, per chi investe e per chi usufruisce dei benefici degli investimenti che ricadono poi sul territorio di appartenenza, è più che mai calzante se riguarda il mondo delle costruzioni edili. E le parole del presidente di Ance Puglia (l’associazione nazionale dei costruttori edili), Gerardo Biancofiore, sono la sintesi di cosa vuol dire poter fare impresa sapendo di non doversi scontrare con la lentezza della burocrazia.
Teatro dell’intervento di Biancofiore, la basilica dell’Histò San Pietro all’interno della quale nella mattinata del 18 luglio è andata in scena l’assemblea pubblica dell’Ance, ospite d’eccezione la presidente nazionale Federica Brancaccio.
Una giornata dedicata a parlare di “Futuro in corso”, questo il tema scelto per discutere di infrastrutture e rinnovamento urbano e di programmi per la crescita del territorio ionico. Numerosi gli ospiti che si sono alternati e coordinati dal direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, Mimmo Mazza.
Tra questi, appunto, Gerardo Biancofiore che ha snocciolato dati interessanti per quel che riguarda la salute delle costruzioni edili in Puglia e a Taranto. «Per quanto riguarda i fondi Pnrr – ha detto il presidente di Ance Puglia – in Puglia pesano 7 miliardi di euro. A febbraio 2025 risulta completato il 10% delle gare. Il 34% è attualmente in corso mentre il restante 56% deve essere ancora avviato. I programmi regionali Fse e Fesr in Puglia vedono risorse programmate 5 miliardi e 570 milioni di euro. Con l’accordo sottoscritto sui Fondi di coesione tra il presidente della Regione, Michele Emiliano, e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si aggiungono ulteriori 4 miliardi 580 milioni. Nello scenario economico attuale – ha aggiunto Biancofiore –, il settore delle costruzioni, in termini di investimenti, pesa in Puglia per il 13,2% del pil regionale, in termini di occupazione il 36,3% degli addetti». Numeri importanti ai quali si aggiungono, ha detto ancora Biancofiore, «gli 80 milioni di euro finanziati dal governo per la rigenerazione urbana». Prospettive rosee, dunque, a patto che il tempo non giochi contro.
Ma a Taranto qual è lo stato di salute del settore edile? «Le nostre imprese – ha detto Vito Messi, presidente di Ance Taranto e padrone di casa – vivono in questo momento un’occasione unica e irripetibile ovvero quella di poter sfruttare le tante risorse disponibili. Una sfida alle quali le nostre imprese sono pronte e noi siamo pronti a supportarle. Certo, veniamo da una situazione pregressa particolare. Ma sul tema della rigenerazione urbana e sulla ristrutturazione degli immobili esistenti le imprese possono proporsi creando sinergie con le committenti e le pubbliche amministrazioni. È intento di Ance – ha affermato poi Vito Messi – programmare subito degli incontri con l’amministrazione comunale che si è appena insediata. Siamo fiduciosi che la nuova amministrazione comunale sia sensibile questi temi e che si porti avanti con essa un piano di investimenti che abbia, poi, una ricaduta per il territorio. Vogliamo – ha concluso Messi – costruire un futuro che per Ance è il presente. Ormai è arrivato il momento di dimostrare che le nostre imprese hanno raggiunto il grado di preparazione e il know how per poter affrontare queste sfide e vincerle».
Di esempio per il territorio e faro nei momenti di trasformazione ha parlato il presidente di Confindustria Tarano, Salvatore Toma, il quale han sottolineato come Taranto e il suo territorio stiano reagendo positivamente. «Dobbiamo – ha detto Toma – far capire che questo territorio nei prossimi 5 anni può cambiare radicalmente». Insomma, l’attuale momento «con i cantieri dei Giochi del Mediterraneo, con i fondi del Pnrr, il Cis» vede il settore edile «particolarmente coinvolto», ha evidenziato nel suo intervento la prefetto Paola Dessì che ha, poi, aggiunto: «credo che questo di oggi sia un momento importante di confronto perché il futuro in corso, tornando al tema della giornata, riguarda tutti, riguarda il settore edile ma riguarda anche le istituzioni».
Gli scenari regionali dell’edilizia nel report del Centro studi Ance
«Il futuro? Nasce dalle scelte che compiamo ogni giorno». Ha esordito così Flavio Monosilio, direttore del Centro studi Ance nel presentare, nel corso dell’assemblea pubblica di Ance, lo studio degli scenari regionali dell’edilizia. Scelte, ha aggiunto, «che hanno consentito di dare una risposta importante all’andamento congiunturale del settore con un rimbalzo, dalla profonda caduta del Pil, che ha non solo permesso al Paese e alla Puglia, in particolare, di recuperare quanto perso nel periodo del Covid ma di dare anche una risposta alla lunga crisi che aveva colpito il settore dal 2007 fino al periodo che si è concluso con la pandemia».
Secondo lo studio presentato da Monofilio, l’attività economica in Puglia ha mostrato nel corso del 2024 una dinamica di crescita moderata. Il Pil, secondo le stime di Prometeia, ha registrato un aumento del +0,7% su base annua, in linea con la media nazionale. L’andamento positivo nella regione è stato sostenuto dalla buona performance dei consumi e investimenti. Di contro, le esportazioni hanno evidenziato una dinamica negativa, a causa delle minori vendite verso l’estero nel comparto della metallurgia–attribuibile ai bassi livelli produttivi dell’acciaieria di Taranto – e nei settori dell’automotive e della chimica.
Ma facendo riferimento a dati più stringenti, il superbonus in Puglia ha, per esempio, fatto registrare un forte ridimensionamento. Dei 734 milioni di lavori realizzati nel 2024, solo 64 milioni sono stati effettuati nel periodo tra aprile e dicembre. Nei primi 5 mesi del 2025 il dato è di appena 52 milioni, un minimo storico.
Le previsioni Istat sulla popolazione prevedono un forte calo demografico: nel 2043 la regione avrà perso 460mila residenti. Le famiglie continueranno ad aumentare lievemente fino al 2032 ma, poi, inizieranno a diminuire. A ciò si accompagnerà un deciso cambiamenti nei pesi delle tipologie familiari che vedranno un forte incremento delle persone sole e un altrettanto forte ridimensionamento delle coppie con figli. Resta il fatto che, a proposito dei residenti in Puglia (1 milione 660mila 367 abitanti), la dinamica della popolazione riflette un saldo natrurale negativo (-4,5 per mille) e un saldo migratorio totale leggermente positivo (0,3 per mille). I flussi migratori dall’estero sono riusciti a compensare l’uscita di residenti verso altre regioni ma non il forte calo delle nascite.
Nel campo delle compravendite immobiliari residenziali, dunque, nel 2024 sono previsti segnali di miglioramento dopo la flessione del 2023. Nel triennio 2021-2023 l’espansione ha portato gli investimenti in costruzione e superare i livelli antecedenti la crisi del 2008. inoltre, il 52% della spesa sostenuta, pari a 34,5 miliardi di euro, è riconducibile a investimenti di interesse per il settore delle costruzioni.
E Taranto? Secondo Monosilio, la città dei due mari mostra dei lati sicuramente positivi. Un impulso arriverà dai Giochi del Mediterraneo, che permetteranno di far conoscere l’efficienza e la qualità, il Contratto istituzionale di sviluppo che fanno di Taranto «un’eccellenza nella capacità di attivare investimenti»
La tavola rotonda
Di porto, Giochi del Mediterraneo, Contratto istituzionale di sviluppo e della mission del Comune di Taranto si è parlato durante la tavola rotonda moderata dal collega Mimmo Mazza e alla quale hanno partecipato il commissario dell’Autorità di sistema portuale del mar Ionio, Giovanni Gugliotti, il direttore della struttura commissariale dei Giochi del Mediterraneo, Silvio Scarcelli, l’on. Dario Iaia, responsabile unico del Cis, e il sindaco Piero Bitetti.
Nel corso dei lavori, il commissario Gugliotti ha sottolineato la centralità per l’economia ionica che il porto di Taranto riveste ma «c’è necessità che si faccia gioco di squadra e non perdere le opportunità che ci vengono date anche rispetto a progetti che già ci sono e che arriveranno come l’eolico offshore. L’obiettivo – ha aggiunto Gugliotti – è quello di diversificare e di non restare ancorati alla monocommittenza dell’Ilva. Penso, per esempio, alla crocieristica. C’è un’altra sfida importante – ha concluso il commissario dell’Adsp – che è quella della cantieristica navale che può essere determinante per lo sviluppo del porto. Senza disdegnare il traffico di container. A questo proposito nei prossimi giorni incontrerò il concessionario che se vuole continuare ad operare deve portare risultati per il territorio».
Una ricognizione sullo stato dell’arte dei cantieri e delle opere funzionali ai Giochi del Mediterraneo del 2026 è stata fatta con il direttore della struttura commissariale (il commissario Ferrarese non è potuto intervenire per impegni fuori Taranto) Silvio Scarcelli che ha ricordato come il 95% delle attività previste abbia avuto corso. «Adesso – ha aggiunto Scarcelli – il raggiungimento di un risultato positivo è nelle mani degli imprenditori impegnati nei cantieri. Da parte nostra continueremo, come fatto fino ad oggi, ad offrire supporto e ad aiutare a superare le problematiche che dovessero presentarsi lungo il percorso».
L’importanza della ripresa del tavolo istituzionale del Contratto nazionale di sviluppo (Cis) è stata evidenziata dall’on. Dario Iaia. «Il Cis – ha detto il parlamentare di Fratelli d’Italia – non è il libro dei sogni perché finanzia interventi per 1.500 milioni di euro riguardanti la rigenerazione urbana, bonifiche, housing sociale, lo stesso nuovo ospedale San Cataldo (270 milioni). Adesso si tratta di entrare nel merito per capire quali sono i progetti da mandare avanti, quelli per i quali ci sono le risorse economiche disponibili».
Un intervento sul quale si è soffermato l’on. Dario Iaia è stato quello relativo alle case parcheggio del rione Tamburi. «Abbiamo le risorse economiche per demolirle ma – ha subito spiegato Iaia – c’è tutto un problema sociale che va affrontato in maniera seria, abbiamo le risorse per costruirle in aree già individuate. Dobbiamo, però, – ha concluso – capire, e lo dobbiamo fare subito, se si deve procedere oppure no perché è inutile tenere 70 milioni di euro bloccati. Altro intervento prioritario per il Cis è la realizzazione del nuovo ponte girevole per il quale all’interno del tavolo istituzionale stiamo lavorando per trovare ulteriori risorse economiche».
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