Confesercenti: “Incentivi per giovani e assunzioni under 35 contro l’inverno demografico”


L’inverno demografico in Piemonte picchia duro anche fra gli imprenditori e i lavoratori, sempre più anziani. Basti pensare che, nel 2024, l’età media dei primi ha raggiunto la soglia dei 52 anni, mentre per i secondi è pari a 44,4 anni (nel 2019 invece si attestava a 42 anni). La fotografia ritrae un mondo che invecchia e che stenta a guardare al futuro: l’analisi è stata condotta da Confesercenti sulla base dei dati Inps, Istat e degli enti camerali. Fra le «medicine» che vengono invocate dall’associazione di categoria ci sono i benefici per chi assume under 35 e le agevolazioni fiscali per l’apertura di imprese «giovani».

La situazione in Piemonte

A fornire una lettura all’indagine è il presidente di Confesercenti Piemonte, Giancarlo Banchieri: «Il dato piemontese è sostanzialmente in linea con la media a livello nazionale, che è di 51,9 anni, e ci sono anche regioni che fanno peggio di noi, ma questo non ci consola – spiega – I risultati della nostra ricerca tratteggiano uno scenario preoccupante, perché ci sono sempre meno giovani a iniziare un percorso imprenditoriale e, di conseguenza, si aggrava il problema del mancato ricambio generazionale nelle aziende che sono ancora in attività».

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Manca il ricambio generazionale

Per entrare più nel dettaglio della ricerca di Confesercenti, pur in un trend in complessiva crescita, l’occupazione è in calo proprio nella fascia fra i 15 e i 34 anni. Al contrario, aumenta la quota degli over 50, fra cui si annoverano anche pensionati che sono tornati a lavorare, in particolare fra gli autonomi e i professionisti. A contribuire in maniera importante all’invecchiamento degli occupati è anche l’innalzamento dei requisiti per ottenere la pensione.

Se la tassazione scoraggia

Per quanto riguarda le nuove generazioni, dall’indagine risulta che ad allontanarle sempre più dal «fare impresa» è la tassazione sempre più pesante, per chi decide di iniziare un percorso di questo tipo. Il rovescio della medaglia sono le nuove abitudini di consumo legate al web, che rendono sempre più problematica la sostenibilità dei negozi con una sede fisica.

Buste paga impoverite

C’è poi una circostanza legata agli inquadramenti contrattuali che rendono il lavoro sempre più povero e precario: la crescente diffusione di “contratti pirata”, accordi al ribasso caratterizzati da sotto-inquadramento e riduzione delle tutele, compresa la previdenza integrativa e l’assistenza sanitaria. «Tutto questo rischia di azzoppare lo sviluppo economico», ammonisce Banchieri.

Le proposte salva-lavoro

Banchieri avanza soluzioni per cercare di affrontare il problema: «Confesercenti propone di rafforzare i benefici per chi assume lavoratori al di sotto dei 35 anni e anche un regime fiscale agevolato per le imprese giovani, il che andrebbe anche ad aiutare quelle aziende che hanno sempre più difficoltà a reperire la manodopera di cui hanno bisogno – dice –. In questo contesto, anche la questione del reperimento di lavoratori attraverso un’immigrazione gestita e controllata diventa sempre più ineludibile».

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I contratti-pirata

L’ultimo campanello d’allarme fatto suonare da Banchieri riguarda il cosiddetto dumping contrattuale: «Danneggia non soltanto i dipendenti, ma anche le imprese che vogliono stare sul mercato perché efficienti e non perché lucrano su salari ridotti e condizioni peggiorative per i lavoratori – spiega –. Bisogna detassare gli aumenti salariali dei contratti sottoscritti dalle associazioni più rappresentative, ma anche 13 esima e 14 esima, che spesso i contratti pirata non prevedono».



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