Dopo l’aggressione ai dipendenti della Cioccolateria Lorenzo in centro storico, Palermo reagisce. Alla denuncia dell’ennesima violenza – avvenuta poche ore dopo il pestaggio a sangue di un turista inglese – è seguita una mobilitazione rapida che ha coinvolto residenti, associazioni, commercianti e istituzioni. Sit in, raccolte firme, appelli pubblici e iniziative di quartiere stanno riportando al centro dell’agenda – non solo del Comune, ma anche del Parlamento nazionale – il tema della sicurezza in città. Tra le richieste più urgenti: maggiori controlli, una presenza costante delle forze dell’ordine e misure concrete a tutela delle attività economiche e dei cittadini.
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Sit in dei cittadini e manifestazioni di solidarietà: “Non siamo più al sicuro come un tempo”
Così le prime risposte non si sono fatte attendere. Un sit in spontaneo, organizzato in poche ore su Facebook, si è svolto questa mattina proprio davanti alla cioccolateria, in via del Quattro Aprile (di fianco alla sede del Comune), con la partecipazione di residenti, attivisti e politici, tra cui Mari Albanese, dell’assemblea nazionale del Pd. “Siamo del quartiere e questo, per noi, è un posto importante. È un luogo di convivenza pacifica anche tra persone che provengono da altri paesi – ha detto una residente, Maria Carolina Valguarnera – in questo momento il centro storico è abbandonato a se stesso. Non mi sento più al sicuro come un tempo, in questa zona. Sia la sera che di giorno bisogna guardarsi bene attorno, perché può accadere di tutto. Non ci sono i dovuti controlli e non c’è l’applicazione seria delle pene”.
Un altro appuntamento è previsto domani, alle ore 11, a piazza Marina, dove l’associazione Cittadini in Movimento ha lanciato un sit in per chiedere maggiore tutela per residenti e commercianti e più presenza delle forze dell’ordine. Sarà invece proprio la Cioccolateria Lorenzo, domenica, a organizzare un momento di comunità con un piccolo concerto in via del Quattro Aprile. Il Comune ha accolto l’iniziativa: il sindaco Roberto Lagalla ha infatti dato l’ok alla chiusura temporanea della strada, dalle 18 alle 22, formalizzata tramite ordinanza. Lo spirito è quello di ricostruire fiducia, partecipazione e dialogo nel cuore del centro storico.
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Una raccolta firme tra i commercianti per chiedere una “Palermo più sicura”
Anche le sigle di categoria hanno alzato la voce, non dimenticando la recente aggressione a un turista inglese, pestato a sangue e lasciato con due costole rotte e un trauma cranico. Fiepet e Confesercenti Palermo hanno lanciato una raccolta firme per una “Palermo più sicura”, denunciando una crescente sensazione di abbandono da parte delle istituzioni. Un appello a far fronte comune, cercando di raccogliere l’adesione degli oltre 200 associati. “Non chiediamo di militarizzare il territorio – ha dichiarato Francesca Costa, presidente di Confesercenti Palermo – ma vogliamo che sia lo Stato a intervenire contro quest’aria di pericolo e violenza che si respira, soprattutto nel centro storico di Palermo. Si è innescata una situazione molto pericolosa: dobbiamo impedire che si vanifichino tutti gli sforzi di chi ha investito in questa città e nella sua crescita economica e turistica”.
Una preoccupazione condivisa anche da Doriana Ribaudo, neopresidente di Fiepet: “Stiamo assistendo a un’escalation di aggressioni ed episodi violenti senza precedenti nel passato recente. Non si tratta più solo di fatti episodici ma di un clima sempre più pesante su cui chiediamo di accendere i riflettori. Serve più controllo del territorio. Crediamo che oggi Palermo abbia bisogno di più attenzione e chiediamo a tutte le forze sane della città di unirsi a noi con questa petizione per fare massa critica e non fare cadere nel vuoto le singole richieste di aiuto”.
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La proposta della Dc: “Sì alla revoca dell’avviso pubblico per eventi promozionali”
Nel frattempo, la vicenda ha acceso il dibattito politico. Il capogruppo della Democrazia Cristiana al Comune di Palermo, Domenico Bonanno, ha chiesto la revoca dell’avviso pubblico per eventi promozionali, chiedendo di destinare quei fondi al potenziamento della sicurezza e al sostegno diretto delle imprese. “In un momento così fragile, servono misure concrete: videosorveglianza, allarmi, vigilanza privata. Il Comune non può restare immobile”. Bonanno ha chiesto anche al governo nazionale l’invio di nuove unità di forze dell’ordine e persino la presenza dell’esercito in alcuni punti strategici della città. Ha inoltre rilanciato la proposta di ristori economici per le attività penalizzate dai cantieri pubblici.
Il caso Palermo arriva in Senato: “La violenza gratuita non è più un’eccezione”
L’eco degli episodi di violenza ha raggiunto persino il Parlamento. In Aula, la senatrice del Movimento 5 Stelle, Dolores Bevilacqua, ha denunciato l’assenza di una strategia di sicurezza nazionale. “Il governo ha fatto della parola ‘sicurezza’ uno slogan, ma i numeri parlano chiaro: la paura cresce, soprattutto tra i giovani e le donne. E intanto si mandano agenti in Albania, mentre qui i cittadini vengono aggrediti”. Secondo Bevilacqua, la responsabilità è politica e strutturale: “La violenza gratuita non è più un’eccezione, è diventata purtroppo una realtà concreta. Il senso di impunità è totale. Palermo chiede presenza dello Stato, non promesse”.
La senatrice attacca il Governo Meloni: “Da quando è in carica – ha detto – i reati sono aumentati del 2%, in particolare quelli predatori e legati alla microcriminalità. E cosa fa questo governo? Approva un decreto sicurezza che in realtà è solo un decreto repressione. Nessun investimento concreto, nessun euro per rinforzare gli organici delle forze dell’ordine. Mentre i cittadini chiedono sicurezza, loro impongono la separazione delle carriere in magistratura, un’altra misura puramente ideologica che non dà alcuna risposta concreta alla popolazione. Questo governo è totalmente inefficace nel proteggere le persone e garantire una vita dignitosa nei nostri quartieri. Quelli di Palermo non sono casi isolati: sono sintomi di un malessere diffuso che riguarda tutta Italia”.
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