ROMA — Con 191 voti favorevoli e 102 contrari, la Camera ha approvato ieri il Decreto Infrastrutture, che ora si appresta a un passaggio rapido e senza modifiche al Senato, con pubblicazione attesa in Gazzetta Ufficiale entro il 20 luglio. Il provvedimento, nato corposo già nell’esame a Palazzo Chigi, è stato ulteriormente arricchito e modificato durante l’iter parlamentare, toccando temi che vanno dalla mobilità agli appalti pubblici, dalla sicurezza stradale alle grandi opere.
Il testo contiene misure attese e altre più controverse: prorogato lo stop alla circolazione dei diesel Euro 5 nelle regioni del Nord, avviata la mappatura nazionale degli autovelox e confermata la natura di stazione appaltante per la società Stretto di Messina Spa, che gestirà direttamente le gare relative alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Il malcontento del mondo produttivo
A criticare il decreto è Leopoldo Destro, delegato di Confindustria per Trasporti, Logistica e Industria del Turismo, che denuncia l’assenza di una visione integrata tra manifattura, trasporti e logistica: “Invece di collegare questi settori, come sarebbe necessario per rendere il sistema produttivo competitivo e moderno, si è proceduto a compartimentarli ulteriormente, peggiorando le condizioni rispetto al passato”, ha dichiarato.
Le principali novità
Tra le misure più rilevanti, lo slittamento al 1° ottobre 2026 del blocco ai veicoli diesel Euro 5 in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, con la possibilità per le regioni di ulteriori rinvii se introdurranno interventi compensativi per il miglioramento della qualità dell’aria.
Sul fronte sicurezza stradale, parte la mappatura nazionale degli autovelox: i Comuni dovranno comunicare al Ministero delle Infrastrutture dati su dispositivi, omologazione e posizione, condizione indispensabile per continuare a utilizzarli.
Confermate anche nuove disposizioni sull’autotrasporto: ridotti da 120 a 90 minuti i tempi massimi per carico e scarico, con sanzioni per ogni ora o frazione di ritardo.
Appalti e Ponte sullo Stretto
Il decreto riconosce alla società Stretto di Messina Spa lo status di stazione appaltante qualificata per gestire direttamente progettazione, affidamenti ed esecuzione del Ponte sullo Stretto, nonostante la società non abbia precedenti esperienze dirette in bandi di gara. Prevista anche una riforma sulle modalità di esproprio e l’estensione dei tempi per i procedimenti da 30 a 60 giorni.
Novità anche per il settore dei servizi tecnici: nei contratti pubblici per ingegneria e architettura sarà ora possibile prevedere anticipi fino al 10% del prezzo, una misura attesa da tempo da architetti e ingegneri, sostenuta dall’associazione Oice.
Revisione prezzi e rincari
Sul tema sensibile della revisione prezzi, il decreto stabilisce che i prezzari in diminuzione saranno applicabili solo ai lavori eseguiti o contabilizzati a partire dal 2025. I contratti aggiudicati tra luglio e dicembre 2023 potranno beneficiare dei meccanismi di adeguamento previsti dal nuovo Codice appalti. Rimane invece escluso il comparto servizi e forniture, una scelta che le associazioni di categoria hanno definito “insostenibile”, temendo il fallimento di molte imprese e migliaia di posti a rischio.
Pedaggi e altre disposizioni
Respinta infine la norma che avrebbe previsto aumenti sui pedaggi autostradali per finanziare la manutenzione della viabilità provinciale. La misura, osteggiata da opposizioni e da parte della maggioranza, è stata stralciata.
Tra le altre disposizioni, spazio al nuovo Cruscotto informativo sulla regolarità fiscale e contributiva delle imprese private coinvolte negli appalti e maggiore flessibilità per le concessioni balneari, con la stagione che potrà prolungarsi oltre i consueti quattro mesi, fino a fine settembre. Arriva anche il commissariamento della Salerno-Reggio Calabria, con il ruolo affidato all’amministratore delegato di Anas.
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