Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, Istat: “Italia arranca. Necessario accelerare” – Economia e Finanza


(Teleborsa) – L’andamento verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu mostra in Italia “l’esigenza di un’accelerazione”. Nell’ultimo anno, i Goal che registrano minori progressi, collocandosi in una situazione di stabilità, quando non di regressione, sono il 15 (Vita sulla terra), il 16 (Pace, giustizia e istituzioni), il 6 (Acqua) e il 5 (Parità di genere), con una percentuale di misure stabili e in peggioramento superiore al 60%, particolarmente elevata per il Goal 15 (89%) e 16 (80%). In particolare, le variazioni negative sono più frequenti nel Goal 16 e nel 3 (Salute), che contano una quota di misure in peggioramento pari, rispettivamente, al 60% e al 40%. I Goal che raccolgono indicatori ambientali si caratterizzano invece per una maggiore inerzia, con un’incidenza di misure stabili pari a oltre i tre quarti nel Goal 15 e di oltre il 70% nel 6 (quest’ultimo in assenza di misure in peggioramento). All’opposto, nell’ultimo anno i Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), 8 (Lavoro e crescita economica) e 7 (Energia) registrano un miglioramento più marcato, con oltre i tre quarti di misure in miglioramento, risultato leggermente superiore a quello dei Goal 4 (Istruzione), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 11 (Città sostenibili). È quanto rileva il Rapporto Istat sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs)

A livello di ripartizioni geografiche, emerge una polarizzazione tra Centro-nord e Mezzogiorno: nel Nord il 51,2% delle misure mostra valori migliori della media nazionale (48,4% per la ripartizione centrale); all’opposto nel Mezzogiorno il 52,2% risulta in posizione peggiore. I Goal che contribuiscono maggiormente all’andamento più sfavorevole delle regioni del Mezzogiorno sono l’8 (Lavoro e crescita economica), il 10 (Ridurre le disuguaglianze), l’1 (Povertà zero) e il 4 (Istruzione), con più del 60% di misure in posizione peggiore rispetto alla media. Nelle regioni del Nord, invece, le più ampie criticità si riscontrano per i Goal 2 (Fame zero), 14 (Vita sott’acqua) e 12 (Consumo e produzione responsabili), che registrano andamenti peggiori della media per almeno la metà delle misure.

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Dal confronto dei Goal raggruppati secondo la tassonomia delle 5P (People; Prosperity; Planet; Peace ePartnership) tra l’Italia, la media Ue27 e i principali paesi (Germania, Spagna e Francia) emergono alcuni spunti di interesse. A partire dal 2015 si registra una situazione di ampio miglioramento sia nel contesto nazionale sia in quello europeo. Nel complesso, si rilevano per l’Italia ritardi rispetto alla media Ue27 per la maggior parte degli indicatori economici dell’area Prosperità e per quelli dell’area Pace e partnership, ma, nel complesso, il nostro Paese presenta una posizione più favorevole nell’area Persone e Pianeta, con una maggiore incidenza di indicatori che superano la media Ue27.

Il confronto del posizionamento tra Italia, Germania, Spagna e Francia dal 2015 mostra come nell’area Persone, i migliori risultati vengono raggiunti dalla Francia e dell’Italia che si collocano in prima posizione per cinque indicatori su 14, la Spagna raggiunge i migliori piazzamenti nell’area Pianeta (sei prime posizioni su 11), mentre la Germania si distingue nell’area Prosperità (10 prime posizioni su 15). L’Italia, pur registrando progressi per alcuni indicatori chiave, resta strutturalmente fragile soprattutto negli ambiti socio-economici dell’area Prosperità.

Principali risultati rilevati in Italia per i 17 Obiettivi SDGs

1 – Sconfiggere la povertà: Nel 2023 l’incidenza della povertà assoluta in Italia si attesta al 9,7% (5,7 milioni di residenti). Si registra un calo nel Sud (dal 13,3% del 2022 al 12% del 2023) e un aumento nel Nord-ovest (dall’8,2% al 9,1%). Nel 2024, il 18,9% della popolazione italiana (circa 11 milioni di persone) è a rischio di povertà. I giovani (23,2%) risultano più vulnerabili, mentre gli anziani (18,6%) mostrano un rischio inferiore alla media, ma in aumento negli ultimi anni. Nel 2024, circa 13,5 milioni di persone in Italia (23,1% della popolazione) sono a rischio di povertà o esclusione sociale. Si osservano forti disparità regionali: Campania, Calabria e Sicilia superano il 40%, mentre le regioni del Nord sono sotto al 15%. Nel 2024, il 10,2% degli occupati in Italia (quasi 2,5 milioni) è a rischio di povertà, un dato superiore alla media Ue27 (8,2%). Il rischio è più elevato per i cittadini stranieri (22,6%) rispetto agli italiani (8,8%). Nel 2024, il 5,1% della popolazione italiana vive in condizioni di difficoltà dovute al costo dell’abitazione, per le quali, nonostante il calo decennale, persistono significative differenze territoriali, con il Sud (6,4%) che registra valori doppi rispetto al Nord-est (3,2%).

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per le imprese

 

2 – Sconfiggere la fame: Nel 2024, l’1,3% della popolazione italiana soffre di insicurezza alimentare (-0,2 p.p. rispetto all’anno precedente). La quota è significativamente più elevata nel Mezzogiorno (2,7%) e tra le famiglie con presenza di disabilità (2,4%). Nel 2023, il 26,7% dei bambini e degli adolescenti è in sovrappeso (-0,5 p.p. rispetto all’anno precedente). La prevalenza dell’eccesso di peso continua ad aumentare tra i più piccoli (3-5 anni), raggiungendo il 33,8%. La quota di coltivazioni biologiche è del 19,8% nel 2023, tra le più alte nell’Ue. Nel 2022, la quota di occupazione non regolare nel settore agricolo è del 20,2%, più del doppio del valore stimato per l’intera economia, e raggiunge il 26,8% nel Sud. Nel 2023, le emissioni di ammoniaca dal settore agricolo (oltre il 90% del totale) aumentano dell’11% rispetto all’anno precedente; l’Italia resta comunque entro i limiti stabiliti dalla Direttiva NEC.

3 – Salute e benessere: Nel 2024 la speranza di vita alla nascita in Italia è di 83,4 anni, in aumento rispetto al 2023 (+0,4 anni). Gli uomini hanno una prospettiva media di vita attesa più bassa (81,4) rispetto alle donne (85,5). La speranza di vita in buona salute alla nascita, nel 2024, si stima in 58,1 anni, 59,8 per gli uomini e 56,6 per le donne. Nel 2024 i decessi in Italia sono stati 651mila, -3,1% rispetto al 2023, con un tasso di mortalità dell’11,0 per mille residenti. Nel 2022 la probabilità di morire tra i 30 e i 69 anni per tumore, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie è dell’8,2% valore che sale a 10,1% tra gli uomini e scende a 6,4% tra le donne. Nel 2023 il quoziente specifico di fecondità delle donne tra i 15 e i 19 anni è di 13,6 nati per mille giovani donne, valore che scende nel Nord-est (8,6) e sale nelle Isole (30,1). Nel 2022 la dotazione di posti letto in Italia è di 30,3 per 10mila abitanti, con un valore più alto nel Nord-ovest (32,5) e più basso nel Sud (27,1). Nel 2023 il tasso di mortalità per incidente stradale è di 4,9 decessi per 100mila residenti, che corrisponde a circa 8 decessi al giorno sulle strade italiane. Il tasso di mortalità stradale maschile è quattro volte quello delle donne (8,1 vs 1,9).

4 – Istruzione di qualità: Nell’anno scolastico 2023/24, la quota di alunni che non raggiungono il livello di competenza base in italiano nella II primaria è pari al 32,8%, in ulteriore aumento rispetto agli anni precedenti; nella V classe della primaria, invece, la quota (24,6%) ha registrato un lieve calo. Relativamente alle competenze in matematica, la quota di alunni che non raggiungono il livello base ha registrato invece una importante flessione in entrambe le classi (32,6% e 31,8%), seppure la distanza rispetto ai valori pre-pandemici sia ancora molto ampia. I risultati al termine del secondo ciclo di istruzione mostrano un significativo miglioramento rispetto all’anno precedente nella quota di alunni che non raggiungono le competenze di base sia per l’italiano (43,5%; -5,8 punti) sia per la matematica (47,5%, -2,5 punti); restando tuttavia ampia la distanza dai valori pre-pandemici. Nel 2024, la quota dei giovani di 18-24 anni con al più il diploma di scuola secondaria di primo grado e non inseriti in percorsi di istruzione o formazione è pari al 9,8%; in riduzione rispetto all’anno precedente (10,5%). Nel 2024, i 25-34enni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 31,6%, in aumento rispetto al 2022 (30,6%), ancora lontani dal target del 45% per il 2030.

5 – Parità di genere: Nel 2023, il numero di omicidi commessi su donne è stato pari a 94. La percentuale di donne uccise dal partner attuale o precedente, oppure da un altro parente è molto elevata, e pari all’80,3%. Aumenta l’offerta di servizi specializzati per il supporto e la protezione delle donne vittime di violenza, con un tasso di 2,74 di servizi ogni 100mila donne di 14 anni e più. In crescita nell’ultimo decennio la rappresentanza politica delle donne nelle amministrazioni regionali, così come nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e negli organi decisionali. Nel 2024 torna a livelli pre-pandemici il rapporto tra il tasso di occupazione delle donne con figli in età prescolare e quello delle donne senza figli (75,4%).

6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari: Nel 2022, l’Italia è prima, tra i paesi Ue27, per volume di acqua prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei (9,13 miliardi di metri cubi, esclusi i prelievi da acque marine; -3,6% rispetto al 2015) e terza per prelievo pro capite (155 metri cubi annui). Nel 2022, le reti comunali di distribuzione erogano 214 litri di acqua per uso potabile per abitante al giorno (-36 litri rispetto al 1999). Permangono criticità nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile: l’efficienza si attesta al 57,6% nel 2022. Nel 2023, misure di razionamento nell’erogazione dell’acqua per uso domestico sono adottate in 14 comuni capoluogo di provincia e città metropolitana. Nel 2022, la copertura del servizio pubblico di fognatura è dell’88,8%: circa 6,6 milioni di residenti non sono allacciati alla rete. Nel 2022, sono in esercizio 18.118 impianti di depurazione delle acque reflue urbane, di cui 7.946 con trattamento almeno secondario. Tra il 2017 e il 2023 l’Italia migliora nel grado di attuazione della gestione integrata delle risorse idriche, passando da un punteggio di 55 (livello medio-alto) a 78 (livello alto). Nel 2024, circa una famiglia su tre non si fida di bere l’acqua del rubinetto e quasi una su dieci segnala irregolarità nella distribuzione dell’acqua (stabile rispetto al 2023).

7 – Energia pulita e accessibile: Nel 2023, la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili (FER) sul consumo finale lordo di energia (CFL) aumenta solo marginalmente, collocandosi al 19,6% (+0,5 p.p. rispetto al 2022 e +2,9 p.p. nell’ultimo decennio), per effetto più della contrazione del CFL che non dell’incremento delle FER. Nel 2023 si riscontrano andamenti positivi in termini di riduzione dei consumi energetici, confermando la posizione virtuosa dell’Italia nel contesto europeo. Il settore residenziale registra una rilevante contrazione dei consumi finali (468 chilogrammi equivalenti petrolio pro capite; -8% rispetto al 2022), collocandosi al livello più basso dell’ultimo decennio. L’intensità energetica scende da 83,5 a 79,6 tonnellate equivalenti petrolio per milione di euro (-4,7%) segnando, anche in questo caso, il minimo degli ultimi dieci anni. Nel 2024, la quota di mercato delle autovetture elettriche o ibride plug-in è in calo per il terzo anno consecutivo e si attesta al 7,5%; gli obiettivi normativi (25% entro il 2030) appaiono molto lontani.

8 – Lavoro dignitoso e crescita economica: In Italia, nel 2024 il Pil registra un incremento dello 0,7% in volume, in linea con l’anno precedente, segnando una crescita al di sotto della media Ue27 (+1%). Il Pil per occupato e il valore aggiunto per ora lavorata registrano invece, per il secondo anno di fila, una contrazione. Nel 2024 prosegue il positivo andamento del mercato del lavoro italiano. Il tasso di occupazione aumenta di 0,8 punti percentuali rispetto al 2023, portandosi al 67,1%, il tasso di disoccupazione scende di 1,2 p.p. e raggiunge il 6,5%. La quota di NEET (Not in Education, Employment or Training) è pari al 15,2% dei 15-29enni, seconda solo alla Romania tra i paesi Ue27. Nel 2022, la retribuzione oraria media lorda percepita dai lavoratori dipendenti è pari a 16,02 euro. Nel contesto europeo, l’Italia registra uno dei più limitati incrementi sia rispetto al 2018 (+3%), sia rispetto al 2010 (+10,6%), a fronte di una variazione media Ue27 del +14,6% e + 31%.

9 – Industria, innovazione e infrastrutture: Nel 2022, l’intensità di ricerca prosegue il calo iniziato l’anno precedente, attestandosi all’1,37% del Pil (era l’1,43% nel 2021), un livello tra i più bassi dell’Ue27. L’incidenza dei ricercatori continua a crescere nel 2022, raggiungendo 28,3 ricercatori ogni 10mila abitanti rispetto a 26,8 dell’anno precedente. Tra il 2020 e il 2022, si osserva un incremento della quota di imprese che hanno introdotto una o più innovazioni con effetti positivi sull’ambiente: dal 37% nel 2020 al 40,1 nel 2022. Tra il 2022 e il 2023, le emissioni di CO2 in rapporto al valore aggiunto mostrano una contrazione pari all’8% passando da 143,7 tonnellate per milione di euro a 132,2. La quota di occupati specializzati in ICT, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sul totale degli occupati diminuiscono per il secondo anno consecutivo raggiungendo il 3% (-0,1 punti percentuali rispetto al 2023 e 0,9 p.p. in meno rispetto al 2022).

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10 – Ridurre le disuguaglianze: In Italia, nel 2023, il 20% più ricco della popolazione guadagna 5,5 volte il reddito del 20% più povero; l’Italia si conferma tra i paesi dell’Unione europea con la maggiore disuguaglianza reddituale. Tra il 2013 e il 2023, il reddito del 40% più povero della popolazione è cresciuto mediamente dell’1,0%, superando leggermente lo 0,8% calcolato sulla popolazione complessiva. Tra il 2014 e il 2024, il reddito disponibile delle famiglie italiane è cresciuto del 26,6% in termini nominali, ma in termini reali è aumentato solo del 4,9%, rimanendo inferiore di oltre il 4% rispetto ai valori di vent’anni prima. Nel 2023, i nuovi permessi di soggiorno in Italia sono calati del 26,4%, raggiungendo quota 330.730. Le principali motivazioni di rilascio restano i ricongiungimenti familiari (39%) e le diverse forme di protezione (32,1%). Nel 2023, il numero di cittadini non comunitari con permesso di soggiorno in Italia è sceso del 3%. Questo è in parte dovuto alle oltre 213mila acquisizioni di cittadinanza, di cui i due terzi al Nord.

11 – Città e comunità sostenibili: Nel 2023, scende al 10% la quota di comuni capoluogo che registra concentrazioni medie annue di PM2,5 superiori a 20 µg/m3 (erano il 15,6% nel 2022). Torna a scendere anche il numero medio di giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine fissato per l’ozono: 33 giorni contro i 39 del 2022. Più in generale, tra il 2011 e il 2022 scende del 25% la stima di morti premature dovute all’esposizione a lungo termine a concentrazioni di PM2,5 oltre il valore di riferimento stabilito dall’OMS (5 µg/m3 secondo le linee guida 2021), risultando pari a 83 morti premature ogni 100mila abitanti. Nel 2024, aumenta la quota di famiglie con difficoltà di collegamento con il trasporto pubblico (34,5%) tornando a incidenze simili ai valori precedenti la pandemia (33,5%). Nel 2024, cresce la quota di studenti che si recano abitualmente nei luoghi di studio solo con i mezzi pubblici raggiungendo il 28,5% (25,5% nel 2023). Nel 2023, è in lieve calo rispetto all’anno precedente (-1,5%) l’offerta complessiva dei servizi di Trasporto pubblico locale (Tpl) nei comuni capoluogo pari a 4.623 posti-km per abitante.

12 – Consumo e produzione responsabili: Il 2023 segna andamenti favorevoli per il consumo interno di materia (CMI), che diminuisce del 7,4% in rapporto al Pil e del 6,7% in rapporto alla popolazione. Con 0,25 tonnellate di materiale consumato per 1.000 euro e 8,3 per abitante, l’Italia risulta tra i paesi più virtuosi dell’Ue27, guadagnando la seconda posizione nella graduatoria pro capite e la terza in quella rispetto al Pil. Nonostante un lieve incremento nel pro capite dei rifiuti urbani (+0,8%), la percentuale di riciclaggio sale di 1,6 punti percentuali, sfiorando il 51%, mentre la quota di raccolta differenziata, in aumento di 1,4 p.p., si attesta a 66,6%. Restano tuttavia rilevanti i ritardi rispetto alla normativa e diffusi i divari territoriali. Rallenta l’incremento del tasso di utilizzo circolare dei materiali (+0,2 p.p.), dopo il recupero del 2022. La quota di materiale recuperato e restituito all’economia sul totale dei materiali utilizzati raggiunge nel 2023 il 20,8%, nettamente al di sopra del profilo medio Ue27 (11,8%), e secondo nel contesto europeo. Nel 2022, in Italia, le attività produttive hanno generato 10 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, in diminuzione del 6% rispetto all’anno precedente. La produzione di rifiuti speciali pericolosi segna un netto decremento, rispetto all’anno precedente, in rapporto sia al Pil (-12%) sia alla popolazione (-6%), risultando tuttavia in aumento rispetto al 2014 (+4% e +16%).

13 – Lotta contro il cambiamento climatico: Dopo la stabilità del 2022, le emissioni di gas serra dell’economia italiana tornano a diminuire nel 2023 (-5,3%). Guidano il calo delle emissioni le industrie della fornitura di energia elettrica, gas vapore e aria condizionata (-22,2%) e della manifattura (-3,8%) insieme al riscaldamento domestico (-9,3%). In controtendenza le imprese del settore dei trasporti (+9,1%). In crescita nel 2023 le anomalie di temperatura rispetto alla normale climatologica, sia a livello globale (+0,86°C) sia in Italia (+1,14°C). Elevato il pericolo di alluvioni (11,5% nel 2020) e frane (2,2%) in numerose regioni italiane, conseguenza anche dei cambiamenti climatici. Nel 2022 i morti e le persone disperse sono stati 25 per alluvioni/allagamenti e 14 per frane; mentre le persone ferite sono state, rispettivamente, 56 e 27; in numero maggiore rispetto agli anni precedenti. Nel 2023, sono stati 20 i terremoti di magnitudo superiore o uguale a 4,0 (19 nel 2022). Il più forte, magnitudo 5,2, al largo della costa calabra, mentre il più forte in terraferma, di magnitudo 4,9, ha colpito a nord di Firenze. Nel 2023, la superficie percorsa dal fuoco è stata pari a 2,9 per 1.000 km2, leggermente superiore al dato del 2022 (2,4) ma lontano dai picchi del 2021 (5,0) e del 2017 (5,4). Nel 2024, per il 69,2% delle persone di età pari o superiore a dai 14 anni, quella per i cambiamenti climatici e l’effetto serra è tra le prime cinque preoccupazioni ambientali.

14 – La vita sott’acqua: Nel 2023, tornano a diminuire i rifiuti marini spiaggiati, 250 ogni 100 metri di spiaggia (nel 2022 erano 303); lontano l‘obiettivo Ue (20 rifiuti ogni 100 metri). Nel 2022, tutelato l’11,6% delle aree marine, ma resta distante l’obiettivo del 30% della Strategia sulla biodiversità al 2030. Nel 2023, protetto dalla Rete Natura 2000 il 6,5% delle aree marine. Cresce nel 2023 la percentuale di acque di balneazione con qualità eccellente: il 98,0% rispetta gli standard minimi della Direttiva sulla Balneazione Ue.

15 – La vita sulla Terra: Nel 2022 le aree protette coprono il 21,7% del territorio nazionale. L’obiettivo fissato dalla Strategia nazionale per la biodiversità è di raggiungere il 30% entro il 2030. Nel 2023, le superfici forestali certificate continuano ad aumentare (+6,2% rispetto all’anno precedente), ma la loro estensione rispetto alle aree forestali resta molto al di sotto alla media europea. Nello stesso anno, il 42,3% delle aree naturali e semi-naturali presentava un grado di frammentazione elevato o molto elevato, che limita o impedisce lo svolgimento di fondamentali servizi ecosistemici da parte del suolo, e il 46,3% (circa il 20% del territorio nazionale) ospita 58 ecosistemi minacciati, la metà dei quali in pericolo o in pericolo critico.

16 – Pace, giustizia e istituzioni forti: Secondo il Censimento 2023, dimorano sul territorio, ma non risultano iscritti in anagrafe, 97.959 individui, stranieri nell’86,3% dei casi. In Italia i servizi anagrafici ricevono una valutazione positiva da parte della cittadinanza: nel 2024 l’82,4% delle persone ha formulato un giudizio di almeno 6 su una scala da 1 a 10, una quota sostanzialmente stabile dal 2016. Nel 2024, la percentuale di detenuti in attesa di primo giudizio (15,4%) è rimasta stabile rispetto l’anno precedente. Nel 2023, le vittime dei reati violenti (aggressioni fisiche, rapine e minacce) sono 1,3 ogni cento abitanti, in netto calo rispetto al 2026 (2,4). Parallelamente, gli omicidi volontari sono diminuiti solo dello 0,1 per 100mila abitanti, passando da 0,7 a 0,6, e confermando per il nostro Paese una delle incidenze più basse in Ue 27 (divenuta la più contenuta in assoluto nel 2022 ).

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17 – Partnership per gli obiettivi: In Italia, negli anni 2013-2023, l’andamento dell’aiuto pubblico allo sviluppo è stato altalenante, con un picco nel 2022 pari allo 0,33% del reddito nazionale lordo a cui è seguita una discesa allo 0,27% nel 2023. Nel 2024 l’ammontare delle rimesse verso l’estero della popolazione straniera in Italia ha proseguito la tendenza alla crescita attestandosi a 8,29 miliardi di euro, valore superiore anche rispetto a dieci anni prima. Nel 2024, in quattro regioni si sono concentrate oltre il 55% delle rimesse: Lombardia 21,9%, Lazio 15,3%, Emilia 10% e Veneto 8,4%. Nel 2024, le entrate fiscali e parafiscali delle Amministrazioni Pubbliche hanno rappresentato il 42,6% del Pil, in crescita di 1,2 punti percentuali rispetto l’anno precedente e in diminuzione di 0,5 p.p. rispetto al 2014. L’ultimo decennio ha visto un ricorso crescente al commercio elettronico: persone che hanno ordinato/acquistato beni o servizi su Internet sono passate dal 15,3 % del 2014 al 41,9% del 2024.



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