In riferimento alle notizie diffuse in questi giorni dall’Ente Parco Nazionale del Pollino e rilanciate anche da Rai Basilicata, riguardanti l’assegnazione del cosiddetto “Bonus Pollino 2025” destinato agli operatori della ristorazione, la Home Restaurant Hotel, nella persona del suo fondatore e CEO Gaetano Campolo, intende smentire con fermezza ogni riferimento all’inclusione degli Home Restaurant tra i beneficiari del bonus, anche quando si faccia riferimento a una loro presunta iscrizione al Registro delle Imprese.
Gli Home Restaurant non sono imprese
Si precisa infatti che, in assenza di una normativa nazionale specifica, non esiste alcun Registro delle Imprese dedicato agli Home Restaurant, che restano attività esclusivamente private, di tipo occasionale e non imprenditoriale, con un limite di incasso annuo pari a 5.000 euro.
Pertanto, includere gli Home Restaurant nel novero delle attività ammesse al bonus pubblico del Parco Pollino è fuorviante e privo di fondamento giuridico.
Una comunicazione scorretta e pericolosa
L’avviso pubblico del Parco parla genericamente di “home restaurant” tra le attività ammesse a ricevere un contributo a fondo perduto, ma specifica che esse debbano essere “regolarmente iscritte nel Registro delle Imprese”. Tale precisazione, però, è passata inosservata o non correttamente riportata da alcuni organi di informazione, come Rai Basilicata, generando confusione e false aspettative in coloro che svolgono o intendono avviare un’attività di Home Restaurant in forma privata e occasionale.
Cosa dice la normativa vigente
È fondamentale ribadire che gli Home Restaurant, in Italia, sono attività occasionali, private e non imprenditoriali, con un limite di incasso annuo di 5.000 euro e nessun obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese, come stabilito anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) con il parere del 20 aprile 2017, in cui si invitava a non ostacolare lo sviluppo della sharing economy e a distinguere chiaramente le attività d’impresa da quelle private.
Il rischio di pratiche scorrette e illusioni pericolose
Permettere – o anche solo far credere – che un’attività non imprenditoriale possa accedere a contributi pubblici previsti per imprese registrate, costituisce un artificio comunicativo fuorviante che rischia di indurre le persone a modificare indebitamente la natura dell’attività, aprendo posizioni IVA o registrandosi impropriamente alla Camera di Commercio solo per accedere a incentivi non destinati alla loro realtà.
Tale confusione mina alla base i principi della normativa vigente e mette a rischio l’identità stessa degli Home Restaurant, che si fondano sulla condivisione domestica e sull’autenticità dell’esperienza, non su una logica commerciale o aziendale.
L’appello agli enti pubblici e alla stampa
Chiediamo pertanto all’Ente Parco Nazionale del Pollino di rettificare la comunicazione ufficiale, chiarendo che il bonus è esclusivamente destinato a operatori iscritti al Registro delle Imprese, e che la semplice dicitura “home restaurant” non può in alcun modo riferirsi ad attività occasionali o private.
Rivolgiamo infine un appello alla Rai Basilicata e a tutti i media affinché, nel trattare temi tanto delicati e ancora privi di un chiaro inquadramento normativo, si attengano a una comunicazione responsabile e accurata, a tutela degli operatori e dei cittadini interessati a questo modello innovativo, che va protetto e non confuso con le logiche del commercio tradizionale.
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