“L’applicazione dei dogmi di economia civile può fare la differenza, strategico il dialogo fra gli imprenditori di tutto il Paese”. Lo ha detto Fabio Storchi, presidente della sezione Ucid di Reggio Emilia, intervenendo a Caivano all’assemblea generale dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti).
“Si è scritto tanto, ma la verità, quella vera, è che a Caivano la situazione è ancora molto complessa”, ha affermato Storchi, riconoscendo i passi avanti fatti dallo Stato: le operazioni di controllo, gli investimenti, i progetti di riqualificazione sono concreti e rappresentano segnali incoraggianti. Tuttavia, come conferma anche don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e anfitrione dell’assemblea, la strada da percorrere è ancora lunga e richiede pazienza e determinazione.
Il cosiddetto “modello Caivano”, messo a punto dal Governo, costituisce un primo passo necessario, ma il vero cambiamento sarà possibile solo con un’azione strutturale e di lungo periodo. “È necessaria una strategia di lungo termine che vada oltre l’emergenza”, ha ribadito Storchi. Per lui, è fondamentale che imprese responsabili e istituzioni lavorino fianco a fianco per costruire un futuro basato su legalità, sviluppo sostenibile e dignità del lavoro. In quest’ottica, le imprese Ucid si propongono come ponte di competenze e valori, capaci di rafforzare il tessuto economico e sociale dei territori più fragili.
Questa prospettiva etica e umanistica è ciò che anima l’impegno degli imprenditori che operano nei territori segnati dalla presenza mafiosa, dove la sfida non è solo economica, ma anche culturale e morale. In questo senso, la loro azione si salda con una riflessione più ampia, che guarda anche all’orizzonte spirituale. L’ispirazione offerta da Leone XIV, particolarmente attento ai problemi sociali e alla loro rilettura nell’attualità, può rappresentare un riferimento importante nella costruzione di una nuova economia fondata su dignità umana e giustizia sociale.
La collaborazione tra imprese e territori fragili, come quella proposta da Storchi, non si riduce a un semplice trasferimento di risorse. Al contrario, si configura come un dialogo autentico e dinamico, in cui reti associative, esperienze di sviluppo sostenibile e modelli di business responsabili diventano strumenti di rigenerazione. È un flusso di conoscenze e pratiche, dove il know-how imprenditoriale ispirato all’economia civile può realmente permeare e trasformare il tessuto produttivo in ogni angolo del Paese.
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