Il Piano di Transizione 5.0 rappresenta una delle occasioni più concrete per le imprese italiane di ottenere un importante recupero economico sugli investimenti tecnologici ed energetici.
Non a caso,
una delle domande più frequenti è: “quanto recupero con la 5.0?”, in cui il riferimento è al credito d’imposta 5.0. Con “5.0” si intende la transizione 5.0, ovvero la fase di passaggio a un modello produttivo più intelligente, sostenibile e umano-centrico, in cui l’innovazione tecnologica viene utilizzata per migliorare la qualità della vita, ridurre l’impatto ambientale e aumentare il benessere nei luoghi di lavoro.
Lanciato come evoluzione del precedente Piano 4.0, il Piano di transizione 5.0 integra il concetto di
transizione digitale con quello della sostenibilità energetica: ad essere premiate sono le aziende che investono in
macchinari, software e sistemi in grado di ridurre i consumi.
Ma quanto si può effettivamente recuperare con il credito d’imposta 5.0? È una domanda chiave per imprenditori, CFO e consulenti. L’agevolazione non è fissa, ma
calibrata in base al risparmio energetico ottenuto, motivo per cui la risposta può variare molto da un’impresa all’altra.
In questo articolo analizziamo
in modo chiaro, pratico e concreto i potenziali vantaggi economici derivanti dal Piano 5.0. Scopriremo
quali aliquote sono previste,
come cambiano in base agli investimenti, e proporremo anche
simulazioni pratiche per aiutarti a capire
quanto puoi recuperare davvero. Se hai intenzione di
modernizzare la tua produzione e renderla più efficiente, qui troverai tutte le risposte che ti servono.
Quanto si può recuperare con il credito d’imposta 5.0?
Il credito d’imposta 5.0 può arrivare fino al 45% delle spese ammissibili, ma il recupero effettivo dipende da un fattore chiave: il risparmio energetico ottenuto. La misura infatti premia le imprese che, grazie ai nuovi investimenti, dimostrano un miglioramento delle performance energetiche. Più si risparmia, più alto è il beneficio.
Le aliquote si articolano su tre scaglioni:
- 35% per investimenti che generano un risparmio energetico
compreso tra il 3% (su struttura produttiva) e il 5% (su processo interessato) - 40% per un risparmio
pari almeno al 6% (struttura produttiva) o 10% (processo interessato) - 45% per un risparmio
di almeno il 10% (struttura produttiva) o 15% (processo interessato)
Il credito si calcola su un massimo di 50 milioni di euro annui per impresa, suddivisi in due fasce:
- Fino a 10 milioni €: si applica l’aliquota piena (35/40/45%)
- Da 10 a 50 milioni €: riduzione dell’aliquota (5/10/15%)
Facciamo un esempio pratico:
Se un’azienda investe 1 milione di euro in un macchinario che consente di risparmiare il 12% di energia sulla struttura produttiva, può ottenere un credito d’imposta del
45%, pari a
450.000 euro.
Il recupero è quindi sostanziale, ma è strettamente legato a una
valutazione energetica ante e post intervento, da certificare con
perizia tecnica.
Quanto recupero con la 5.0? Esempi pratici di calcolo
Capire quanto si può recuperare con il Piano Transizione 5.0 è molto più semplice se si parte da casi concreti. Vediamo quindi alcune simulazioni numeriche basate su scenari realistici, utili per farsi un’idea chiara del vantaggio economico potenziale.
Esempio 1 – Piccola impresa manifatturiera
Investimento:
500.000 € in macchinari con sistema di automazione intelligente
Risparmio energetico certificato sulla struttura produttiva: 8%
Aliquota applicata: 40%
Credito d’imposta ottenibile per il bene: 200.000 €
Credito d’imposta per certificazione energetica: 10.000 €
Se l’impresa non è soggetta a obbligo della revisione legale dei conti, Credito d’imposta per certificazione contabile: 5.000 €
Esempio 2 – Media azienda con forte efficientamento
Investimento: 2 milioni € in impianti e software connessi
Risparmio energetico sul processo interessato: 16%
Aliquota applicata: 45%
Credito d’imposta: 900.000 €
Credito d’imposta per certificazione energetica: 10.000 €
Se l’impresa non è soggetta a obbligo della revisione legale dei conti, Credito d’imposta per certificazione contabile: 5.000 €
Esempio 3 – Grande impresa con investimento progressivo
Investimento totale: 5 milioni €
Risparmio energetico su struttura produttiva: 7%
Credito complessivo: 2 milioni €
Come puoi ben vedere, la domanda “quanto recupero con la 5.0” non ha una risposta unica: dipende dalla capacità dell’impresa di migliorare le proprie performance energetiche. Ed è proprio qui che si gioca la vera opportunità:
investire oggi per risparmiare domani, ottenendo incentivi concreti e rendendo la tua azienda più efficiente, competitiva e sostenibile.
Credito d’imposta 5.0: quali spese sono ammesse
Per ottenere il credito d’imposta 5.0 è fondamentale sapere con precisione quali spese sono effettivamente ammissibili. La normativa individua categorie molto specifiche di costi che devono essere funzionali sia alla digitalizzazione sia al risparmio energetico. Non basta acquistare un nuovo macchinario: è necessario che l’investimento sia “intelligente” ed “efficiente”.
Beni strumentali materiali e immateriali
Sono ammissibili i beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nel territorio dello Stato, purché:
- siano
interconnessi al sistema aziendale (Industria 4.0) - garantiscano un
risparmio energetico almeno del 3% sulla struttura produttiva o del 5% sul processo interessato.
Tra le spese ammissibili rientrano:
- Macchinari automatizzati e robot
- Impianti intelligenti con sensori e software integrati
- Software 4.0 per il controllo da remoto, simulazione, monitoraggio
- Sistemi di gestione energetica (EMS) e piattaforme IoT
Spese accessorie e complementari
Possono essere incluse nel credito d’imposta 5.0 anche le spese strettamente funzionali all’investimento, come:
- beni finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo
- formazione del personale (se finalizzata all’uso delle nuove tecnologie)
- consulenze tecniche e perizie per la valutazione del risparmio energetico
Credito d’imposta 5.0: quali spese sono escluse?
Non tutte le spese sostenute per innovare l’impresa rientrano automaticamente nel credito d’imposta 5.0. È importante sapere che la normativa individua in modo rigoroso cosa può essere agevolato e cosa no. Investimenti che non rispettano i requisiti tecnologici o energetici richiesti vengono esclusi, anche se legati a un processo di innovazione.
Tra le principali voci non ammesse troviamo:
- beni usati o ricondizionati
- beni a basso contenuto tecnologico
- semplici sostituzioni non interconnesse
- Impianti di autoproduzione di energia con biomasse
- costi sostenuti
prima della data di entrata in vigore del piano (prima del 01/01/2024)
Ignorare queste esclusioni può compromettere l’accesso al credito o, peggio, portare a una successiva contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Tutte le spese devono essere tracciabili, documentate e accompagnate da una perizia tecnica asseverata, che ne attesti l’effettiva aderenza ai requisiti previsti dalla legge.
Tempistiche e modalità di accesso al credito
Accedere al credito d’imposta 5.0 non è automatico: servono tempistiche precise, adempimenti formali e documentazione certificata. Conoscere bene le modalità operative è fondamentale per non perdere il beneficio o incorrere in errori procedurali.
Tempistiche operative
Il Piano Transizione 5.0 è attivo per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025. Tuttavia, per rientrare nel credito:
- l’ordine deve essere accettato dal fornitore
- deve essere stato pagato almeno il 20% del valore del bene entro il 2025
- l’interconnessione e l’entrata in funzione devono avvenire
entro il 30 giugno 2026.
Questi vincoli di prenotazione e messa in funzione sono fondamentali: se non rispettati, l’azienda perde il diritto all’agevolazione.
Credito d’imposta 5.0: modalità di accesso
Per accedere al credito, l’impresa deve seguire un iter ben definito:
- Valutazione preliminare del risparmio energetico, tramite diagnosi ex ante redatta da un tecnico abilitato
- Realizzazione dell’investimento, con verifica del rispetto dei requisiti 4.0 e 5.0
- Relazione tecnica e perizia asseverata, che certifichi: l’avvenuto risparmio energetico, l’interconnessione del bene, la comunicazione al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per l’ammissione al credito, l’inserimento del credito nel modello F24 a partire dall’anno successivo, in tre quote annuali di pari importo
Senza la documentazione tecnica e la comunicazione obbligatoria al GSE, il credito d’imposta 5.0 non può essere fruito. È perciò consigliato affidarsi a un consulente specializzato o a una società certificata, per seguire correttamente l’iter e non perdere il diritto al recupero fiscale.
Cosa serve per ottenere il massimo recupero
“Quanto recupero con la 5.0?” Dipende.
Per sfruttare completamente il credito d’imposta 5.0, non basta effettuare un investimento: è necessario pianificare, documentare e agire strategicamente. Le imprese che ottengono il massimo vantaggio sono quelle che
anticipano la valutazione energetica, scelgono le tecnologie più performanti e rispettano ogni passaggio formale previsto dalla normativa.
Analisi energetica e progettazione mirata
Il punto di partenza è una diagnosi energetica accurata. Questa deve essere redatta da un tecnico abilitato e confrontare i consumi ante e post investimento. Solo con un risparmio documentato superiore al 10% (sulla struttura produttiva) o al 15% (sul processo interessato), si può accedere alla massima aliquota del 45%.
Conviene quindi investire in tecnologie ad alta efficienza, come macchinari a basso consumo, software gestionali avanzati, sistemi di recupero di calore o impianti di autoproduzione da fonti rinnovabili.
Documentazione tecnica impeccabile
Ogni passaggio dev’essere tracciato e certificato:
- la
perizia asseverata è obbligatoria sia prima (ex ante) che dopo l’intervento (ex post) - serve una
relazione tecnica dettagliata - è fondamentale la
comunicazione al GSE, senza la quale il credito decade
Una documentazione incompleta o errata può comportare la perdita dell’incentivo o sanzioni in fase di controllo.
Collaborazione tra tecnici e consulenti
Il successo dell’operazione dipende anche da una sinergia efficace tra più figure professionali:
- ingegneri energetici, per la parte tecnica
- consulenti fiscali, per la gestione del credito
- fornitori tecnologici, che devono garantire la conformità 4.0 e l’interconnessione
Solo con una gestione integrata è possibile ottenere il massimo beneficio fiscale, senza rischi e in tempi certi.
Ricorda: il credito d’imposta 5.0 è un’opportunità concreta solo se accompagnato da una perizia tecnica e un’analisi energetica accurate.
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