Medicina a numero aperto, iscrizioni dal 23 giugno e contributo unico


A partire dalle ore 10 di lunedì 23 giugno, gli aspiranti medici potranno compiere il primo passo concreto verso la professione. Con un decreto firmato dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, vengono ufficializzate le date per le iscrizioni al semestre aperto dei corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Veterinaria per l’anno accademico 2025/26.

Le iscrizioni resteranno attive fino alle ore 17 di venerdì 25 luglio. Gli esami si svolgeranno tra novembre e dicembre e coinvolgeranno circa 40mila candidati su tutto il territorio nazionale.

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La quota da 250 euro per partecipare all’esame

Il nuovo sistema di accesso ai corsi di area sanitaria introduce un semestre aperto, con iscrizioni obbligatorie dal 23 giugno al 25 luglio 2025 tramite la piattaforma Universitaly. Per aderire, tutti i candidati dovranno versare un contributo fisso di 250 euro, valido su tutto il territorio nazionale.

L’importo sarà rimborsato o scalato dalle tasse universitarie in caso di successiva immatricolazione ai corsi di laurea magistrale:

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  • LM-41 (Medicina);
  • LM-46 (Odontoiatria):
  • LM-42 (Veterinaria).

Per chi proseguirà nei corsi affini, le tasse relative al secondo semestre saranno ricalcolate in base alla durata del percorso formativo.

Una particolare attenzione è riservata agli studenti con condizioni economiche svantaggiate. I beneficiari di borse di studio avranno diritto al rimborso integrale del contributo di 250 euro e saranno esonerati dal pagamento delle tasse relative al semestre successivo.

Chi ha presentato domanda per il diritto allo studio potrà iscriversi senza versare subito il contributo, ma sarà tenuto a saldarlo entro 15 giorni dalla pubblicazione della graduatoria qualora non risultasse assegnatario.

L’obiettivo del sistema è favorire un accesso equo e inclusivo, evitando che difficoltà economiche rappresentino un ostacolo alla partecipazione al nuovo percorso selettivo.

Come sarà il semestre aperto

Gli esami conclusivi del semestre aperto si terranno in due date uniche a livello nazionale:

  • il primo appello è fissato per il 20 novembre 2025 alle ore 11;
  • il secondo per il 10 dicembre, sempre alla stessa ora.

Le prove, scritte e strutturate su tre materie fondamentali (Chimica e Propedeutica Biochimica, Fisica e Biologia), consisteranno in 93quesiti complessivi, suddivisi equamente tra le discipline. Ogni materia assegnerà crediti per un totale di 18, riconosciuti anche a chi proseguirà nel corso affine qualora non risultasse idoneo all’ingresso nei corsi principali.

Organizzati in collaborazione con il Cineca, gli esami si svolgeranno presso sedi accreditate, con la consegna delle tracce centralizzata a Casalecchio di Reno, a Bologna.

La valutazione finale, fondata sul merito accademico, prenderà il posto del tradizionale test d’ingresso e determinerà l’accesso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Gli studenti potranno indicare una preferenza tra i corsi principali, accompagnata da un’opzione affine, che fungerà da alternativa in caso di esclusione dalla graduatoria nazionale.

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Investimenti nella ricerca universitaria

Nella giornata di ieri, sempre su iniziativa della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge composto da sei articoli, con interventi mirati principalmente al settore della ricerca.

Il provvedimento prevede, da un lato, la destinazione di una quota premiale del Fondo ordinario per gli enti di ricerca (FOE) — pari a 40 milioni per il 2025 e 60 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027 — a sostegno dei Piani triennali di attività, dei programmi e progetti specifici (anche in forma congiunta), delle infrastrutture di ricerca, nonché delle collaborazioni e aggregazioni a livello nazionale e internazionale promosse dagli enti vigilati.

Dall’altro lato, il decreto attribuisce al Piano Ricerca Sud — istituito dal decreto Coesione (Dl 71/2024) — i 150 milioni inizialmente destinati alla creazione degli ecosistemi dell’innovazione nelle otto regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.





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