Dossier della Finanza, «A Roma mostre e convegni organizzati per le truffe con i fondi del Pnrr»


Gli investigatori delle Fiamme gialle hanno accertato che nella Capitale l’80% delle frodi sui finanziamenti europei passa per false fatture e finte promozioni di imprese. Il nodo dei furbetti con l’ex reddito di cittadinanza

«La frode attualmente più diffusa nella Capitale è quella portata a termine con l’accesso ai finanziamenti pubblici previsti dal Pnrr da parte dei responsabili di alcune imprese che chiedono fondi per migliorare le loro possibilità commerciali con l’estero, con l’apertura di piattaforme online, siti web, ma anche con l’organizzazione di mostre e convegni per promuovere i prodotti italiani». Uno scenario che i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza, in particolare del Gruppo specializzato nella tutela della spesa pubblica, conoscono bene perché lo hanno incrociato «nell’80 per cento dei casi» negli ultimi 17 mesi.

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Un fenomeno importante, viene sottolineato in ambienti investigativi, continuamente monitorato. Insieme con quello dei «furbetti» dell’ormai ex reddito di cittadinanza, oggi assegno di inclusione, «che per la maggior parte fingono di avere la cittadinanza di dieci anni, con residenza nella Capitale, e invece al controllo risultano da meno anni in Italia e residenti in via Modesta Valenti, l’indirizzo dei senza tetto». In materia di frodi sui fondi comunitari e Pnrr dall’inizio del 2024 al maggio scorso i finanzieri hanno scoperto che «numerosi imprenditori o pseudo tali, spacciandosi per titolari di piccole e medie imprese attive sul territorio di Roma e provincia, a fronte di altri che effettivamente vogliono pubblicizzare i loro prodotti in campo internazionale, chiedono e ottengono i finanziamenti solo per commettere frodi, producendo tutta la documentazione necessaria per incassare almeno la prima delle due tranche di fondi – in media compresi fra 150mila e 300 mila euro -, ma spariscono non appena i soldi arrivano sul conto appositamente aperto».




















































«Truffe scoperte dopo 18 mesi su richieste fino a 300 mila euro»

La scoperta del raggiro avviene di solito alla scadenza dei 18 mesi previsti dalla legge «per la rendicontazione da parte dei beneficiari dei finanziamenti alla società erogatrice pubblica di quanto effettivamente prodotto secondo l’istruttoria documentale con bilanci e fatture presentata all’inizio per ottenere quei fondi», spiega ancora chi indaga. Un sistema molto frequente, dunque, nella Capitale. I truffatori spariscono, le società risultano solo scatole vuote, bilanci e fatture sono falsi. «I fondi – spiegano ancora dalla Finanza -, proprio con un sistema di fatture fasulle, finiscono all’estero, in una serie di conti correnti aperti da soggetti compiacenti spesso in Ungheria, Croazia, Slovenia, Lituania. Si perdono le tracce dei fondi in Europa in un vorticoso giro di false fatturazioni, fino a quando rientrano in Italia sotto forme diverse, a beneficio di chi li aveva incassati all’inizio. Ecco perché – concludono – è fondamentale anche l’azione della Procura europea, competente sulle frodi sui finanziamenti del Pnrr».

21 giugno 2025

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