Il processo all’ex patron del Siena Emiliano Montanari slitta a settembre

Doveva prendere il via questa mattina al Tribunale di Siena l’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta a carico dell’ex patron dell’Acr Siena Emiliano Montanari, legata al presunto utilizzo, in compensazione dei debiti erariali, di crediti d’imposta maturati per l’erogazione negli anni 2021 e 2022, ma un difetto di notifica ha fatto slittare il tutto a fine settembre.

Come si ricorda l’inchiesta della Guardia di Finanza verteva su dei corsi formativi dei dipendenti del club, nell’ambito del Piano Nazionale Industria 4.0, che sostenuto attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), prevede misure per far acquisire alle imprese competitività grazie alla digitalizzazione dei processi ed alla valorizzazione dei lavoratori tramite la formazione di competenze adeguate.  

L’ex proprietario del club bianconero, poi sparito dal professionismo, fu colpito da un sequestro da 350mila euro, col Tribunale di Siena che ha successivamente negato il dissequestro richiesto dalle difese nel riesame. Secondo la tesi accusatoria, la presunta compensazione indebita si aggirerebbe intorno ai 50mila euro: gli accertamenti delle Fiamme Gialle sono scattati per verificare se l’effettivo svolgimento di alcuni corsi formativi dei dipendenti del club, tra il 2021 e il 2022, avrebbe permesso di maturare i crediti di imposta in compensazione dei debiti erariali. 

Da qui, in relazione all’accusa di indebita compensazione, il pm Siro De Flammineis ha fatto richiesta al gip (accolta) di una misura cautelare reale, nei confronti del legale rappresentante della società calcistica. A difendere Montanari sono gli avvocati Lorenzo ed Enrico De Martino, i quali hanno dichiarato la totale estraneità del loro cliente “rispetto all’ipotesi accusatoria avanzata”.