È entrato nel vivo il progetto europeo BEST – BE Aware of Your Talent, nato per rafforzare la capacità delle piccole e medie imprese di attrarre, riconoscere e valorizzare i talenti.
Coordinato da Cdo Marche Sud, insieme all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara e all’ente sloveno Center Za Polsovno Usposabljanje, BEST è finanziato dal programma Erasmus+ e coinvolge partner italiani e sloveni in un percorso comune di formazione, ricerca e scambio di buone pratiche sul tema della gestione delle risorse umane.
Nei giorni scorsi, in streaming, si è tenuto un incontro che ha visto la presentazione dei risultati preliminari dell’indagine svolta in Italia e Slovenia, offrendo una prima, concreta fotografia delle pratiche HR nelle imprese coinvolte.
L’indagine, coordinata dal BP Lab dell’Università di Chieti-Pescara, ha coinvolto 34 realtà aziendali italiane, prevalentemente micro e piccole imprese operanti nei settori manifatturiero, dei servizi e della consulenza. In Slovenia, il campione – più contenuto – ha offerto indicazioni analoghe: tra le difficoltà principali emergono l’insoddisfazione lavorativa, il burn-out e la ricerca di migliori opportunità.
Secondo i primi risultati – sottolinea Massimiliano Di Paolo, direttore di Cdo Marche Sud – molti talenti restano nascosti, anche a causa dell’assenza di percorsi strutturati di talent management. Tuttavia, cresce la consapevolezza del valore delle soft skill, della curiosità e della flessibilità mentale. La selezione avviene ancora in gran parte attraverso canali informali, ma il 52,9% delle aziende italiane analizza i fabbisogni strategici prima di assumere. L’Italia – e in particolare le Marche – soffre la fuga dei giovani talenti. Il nostro tessuto imprenditoriale è composto in prevalenza da PMI che spesso non hanno strumenti o competenze per valorizzare le risorse interne. Con BEST vogliamo colmare questa lacuna, costruendo una rete transnazionale di scambio e apprendimento”.
I motivi per cui i talenti abbandonano le aziende sono noti: mancanza di riconoscimento, carenza di prospettive di crescita, ricerca di un ambiente più stimolante o di migliori condizioni economiche. Le strategie più efficaci per la retention, secondo i partecipanti, includono: compiti sfidanti, percorsi di carriera, incentivi economici e una cultura aziendale inclusiva.
“Il talento – sottolinea la professoressa Michela Cortini, che guida Il Laboratorio di Business Psychology dell’Università di Chieti- non si misura solo con titoli e numeri. Serve un contesto che sappia riconoscere il potenziale, offrire occasioni di sviluppo e far sentire le persone parte di un progetto. Con questa ricerca, vogliamo costruire una base solida di conoscenze per migliorare la gestione delle risorse umane sia in Italia che in Slovenia”.
Nei prossimi mesi il progetto BEST entrerà nella fase di analisi del mercato del lavoro e di formazione per le PMI, per rafforzare le competenze HR e promuovere approcci innovativi. Tra gli obiettivi anche la mappatura delle pratiche virtuose e l’adozione di strumenti digitali per la selezione e la valorizzazione del personale.
BEST si concluderà nell’ottobre 2026, ma punta a lasciare delle best practice e una rete permanente di conoscenze e relazioni.
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