Agli Stati Generali dei commercialisti 2025, De Nuccio sottolinea come l’11,2% dei contribuenti, con redditi compresi tra 40.000 e 120.000 euro, versa il 36,4% dell’IRPEF netta totale, una pressione fiscale “semplicemente insostenibile”.
“Nessuno – ha aggiunto – si scompone per il fatto che, dai dati delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024, emerga che lo 0,15% dei 42.570.078 contribuenti IRPEF, che dichiara un reddito complessivo superiore a 300.000 euro, paghi il 7% dell’IRPEF netta totale che viene versata. È la progressività”.
L’attuale sistema prevede aliquote al 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro, che salgono al 43% oltre i 50.000 euro, a cui si aggiungono addizionali comunali e regionali fino al 3%. Per il presidente dei commercialisti “non è un problema il numero delle aliquote, ma la necessità di evitare che il ceto medio venga equiparato a redditi milionari”.
“Nessuno – ha aggiunto – si scompone per il fatto che, dai dati delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024, emerga che lo 0,15% dei 42.570.078 contribuenti IRPEF, che dichiara un reddito complessivo superiore a 300.000 euro, paghi il 7% dell’IRPEF netta totale che viene versata. È la progressività”.
L’attuale sistema prevede aliquote al 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro, che salgono al 43% oltre i 50.000 euro, a cui si aggiungono addizionali comunali e regionali fino al 3%. Per il presidente dei commercialisti “non è un problema il numero delle aliquote, ma la necessità di evitare che il ceto medio venga equiparato a redditi milionari”.
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