Il passaggio generazionale della ricchezza familiare sta per diventare uno dei più grandi eventi economici e sociali della storia moderna. Entro il 2028, oltre 180 miliardi di euro in Italia, e trilioni di dollari nel mondo, dovranno essere trasferiti dalle mani della generazione dei Baby Boomer a quella della Gen Z, con tutte le incognite che un’operazione di tale portata porta con sé. Il dato è stato al centro dell’incontro “Generazioni a confronto”, organizzato oggi, mercoldedì 11 giugno, da Lombard Odier alla CUOA Business School di Vicenza. Un confronto di peso, che ha riunito protagonisti della finanza, dell’imprenditoria e della cultura d’impresa: da Barbara Beltrame (Confindustria Vicenza) a Katia Da Ros (Irinox), da Claudio Costamagna a Mirja Cartia d’Asero (Clessidra), fino ad Alberica Brivio Sforza (Lombard Odier Europe).
L’eredità che pesa più del merito
Non si tratta solo di un passaggio di denaro o di beni materiali. Il trasferimento patrimoniale coinvolge capitale umano, culturale e sociale, e mette a nudo un tema delicato: quanto sono davvero pronte le nuove generazioni a gestire un’eredità così ingente? Studi recenti segnalano che nel 70% dei casi i patrimoni familiari non superano la seconda generazione e nel 90% la terza. La ricchezza, senza una governance e una strategia di successione ben strutturate, rischia di disperdersi o di diventare fonte di conflitti.
La situazione italiana è particolarmente critica perché il tessuto economico è fortemente intrecciato con le imprese familiari, che rappresentano il 68% del PIL nazionale. In un’impresa famigliare su tre il passaggio generazionale viene gestito solo dopo il decesso del fondatore, senza una pianificazione preventiva, aggravando il rischio di instabilità e perdita di valore.
Lombard Odier e il ruolo dei family office
In questo scenario si inseriscono attori come Lombard Odier, società di gestione patrimoniale e consulenza, che si propongono come facilitatori e guide nel delicato processo di transizione. Governare il passaggio di ricchezza non significa solo gestire capitali, ma costruire una cultura familiare della governance, della sostenibilità e della leadership condivisa, elementi fondamentali per garantire continuità e crescita.
Lombard Odier, insieme ad altri family office, sta quindi puntando su strumenti innovativi e su un approccio integrato che coinvolge aspetti legali, imprenditoriali e di educazione finanziaria. Solo così si può evitare che l’eredità diventi un “testamento incerto”, destinato a perdersi o a pesare più delle competenze e dell’impegno.
Le nuove generazioni: tra “bamboccioni”, gerontocrazia e opportunità
Non si può parlare di passaggio generazionale senza confrontarsi con le criticità culturali e sociali che accompagnano le nuove generazioni, specialmente la Gen Y (i cosiddetti “bamboccioni”) e la Gen Z. In Italia, il termine “bamboccione” è stato spesso usato in modo critico per indicare giovani adulti che rimangono dipendenti dalla famiglia, riflettendo un ritardo nell’assunzione di responsabilità economiche e lavorative. Questa condizione si lega a fattori strutturali come la precarietà del lavoro e la difficoltà di indipendenza.
Nel contesto della ricchezza familiare, ciò può tradursi in una scarsa preparazione e volontà di assumere il timone delle imprese o di gestire patrimoni complessi. Allo stesso tempo, la cosiddetta “gerontocrazia forzata” – dove spesso sono ancora i settantenni o ottantenni a detenere il potere decisionale – rallenta il ricambio generazionale e il passaggio di responsabilità, contribuendo a un ritardo che può danneggiare la competitività e la vitalità delle aziende familiari.
Un nodo sociale ed economico per chi non eredita
In questa partita, però, non si può ignorare un altro aspetto: la forbice che si allarga tra chi eredita ricchezze ingenti e chi, pur avendo competenze e preparazione, non ha accesso a capitali familiari. Il rischio è che la cosiddetta “inheritocrazia” – una società in cui il benessere dipende più dall’eredità che dal merito o dal lavoro – accentui le disuguaglianze e penalizzi i giovani talenti senza patrimoni. Si profila così una sfida enorme per il sistema Paese, che dovrà trovare modi per valorizzare il merito e garantire opportunità a chi parte “da zero”.
Verso una nuova cultura del patrimonio
Il messaggio finale che emerge dal dibattito promosso da Lombard Odier è chiaro: il passaggio generazionale non è più solo un fatto privato ma una questione strategica per l’economia e la società italiane. Serve un cambio di paradigma culturale, basato su educazione finanziaria, pianificazione preventiva, inclusività e governance condivisa.
Le donne, che oggi detengono circa il 30% della ricchezza privata globale e assumono ruoli sempre più decisivi, rappresentano un elemento di svolta, con un approccio spesso più attento alla sostenibilità e alla responsabilità sociale. Allo stesso modo, la Gen Z, se adeguatamente formata e responsabilizzata, potrà trasformare questo passaggio in un’occasione di rilancio e innovazione. Il più grande testamento della storia moderna, insomma, è una sfida che unisce patrimonio, famiglia, società e futuro, e che richiede strumenti nuovi, mentalità aperte e una leadership condivisa per trasformare il rischio in opportunità.
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