dal nuovo impianto negato a una piccola ristrutturazione


La Fiorentina sta lavorando per affermarsi nella parte medio alta della classifica. Si tratta di un processo lento, che vede la dirigenza aggiungere un mattone alla volta. In campo si ha l’impressione che per lunghi tratti della stagione si possa ottenere qualcosa di enorme, ma poi sulla lunga distanza il fiato viene a mancare.

Occorrono più investimenti, certo, ma anche pazienza. Commisso sta operando in maniera positiva ma non intende fare il passo più lungo della gamba. Il presidente riteneva ormai giunto il momento di guardare a un nuovo stadio, che potesse garantire una differente mole di introiti. Il progetto però non è mai decollato.

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Uno scenario adeguato alla realtà europea cui la Fiorentina ambisce con regolarità. Ancora una volta le porte della Conference League si sono spalancate e, dopo ben due finali raggiunte e perse, la viola tenta ancora una scalata che vorrebbe dire rinascita. Peccato che la burocrazia italiana, dopo anni, abbia avallato appena un restauro.

Accordo col Comune di Firenze

La stagione 2024-25 ha visto la società lavorare non soltanto in funzione dei risultati in campo. Commisso ha infatti stretto un accordo con il Comune di Firenze. Sappiamo bene quanto siano atroci le lungaggini burocratiche in Italia, responsabili quasi in toto dello stato degli stadi. Per questo motivo parlare di accordo è qualcosa di incredibile.

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Nella triste realtà della Serie A, questa firma apre le porte a scenari che altrove sono normalità assoluta. Si pensi alla fatica che il Napoli di De Laurentiis ha fatto per ottenere il via libera per il nuovo Maradona.

Al tempo stesso, si getti uno sguardo nella Capitale, dove Roma e Lazio sono in costante confronto con l’amministrazione per riuscire ad avere una nuova casa. Ma in cosa consiste l’accordo fiorentino? Semplicemente nella concessione in uso dello stadio Franchi per le gare ufficiali di Serie A e Coppa, fino al 31 maggio o al 30 giugno 2026.

Nulla di strano, eccezion fatta per lo sfruttamento dell’impianto in misura ridotta, considerando i lavori di ristrutturazione. Minori spettatori e minori introiti, dunque. Un sacrificio per il bene del club, che ha richiesto e ottenuto uno sconto sull’affitto annuale, anche se non ancora ratificato.

Rocco Commisso dovrà pagare 600mila euro, che è la quota regolare. Questa è però “suscettibile di eventuali modifiche in riduzione, da regolare d’intesa tra le parti mediante conguaglio o altra forma di ristoro e/o rimborso di equivalente effetto, nel caso in cui la Fiorentina dovesse disputare fuori casa le partite di inizio stagione.

Iniziano i lavori

Nel contratto aggiornato tra Fiorentina e Comune di Firenze, si legge inoltre come il club abbia presentato “una manifestazione preliminare d’interesse per la presentazione di una proposta per la realizzazione di alcuni interventi di ammodernamento e riqualificazione dello stadio Artemio Franchi”.

Ma in cosa consisteranno questi interventi? Iniziamo col dire che l’impianto non sarà rivoluzionato. I tifosi dovranno ancora avere pazienza. L’impatto estetico sarà però migliorato e, si spera, ci saranno modifiche anche in termini di servizi offerti. Per ora il Comune parla di “piccole migliorie”. Di fatto parliamo di un restyling.

Conclusa la stagione 2024-25 casalinga contro il Bologna dell’ex Vincenzo Italiano, spazio alla lunga pausa estiva. Il Franchi è dunque nelle mani degli operai impegnati nel piccolo restauro. I lavori in realtà avevano già avuto inizio ma ora, finalmente, non dovranno più essere messi in pausa per far largo agli impegni della squadra. Quasi cento giorni di libertà, che avrebbero potuto garantire alle ditte coinvolte un periodo di disponibilità dell’impianto fino agli inizi di ottobre 2025.

Tutto ciò sarebbe stato possibile grazie alla richiesta di giocare le prime tre gare della Serie A 2025-26 in trasferta. È stato però presentato il calendario e sappiamo che la richiesta è stata accolta soltanto parzialmente:

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  • Cagliari-Fiorentina del 24 agosto;
  • Torino-Fiorentina del 31 agosto;
  • pausa per le nazionali;
  • Fiorentina-Napoli del 14 settembre.

Il nuovo stadio Franchi

Da Palazzo Vecchio giunge notizia che gli operai non interromperanno mai i lavori accordati. Con un’alternanza di personale, si riuscirà a dare assoluta continuità negli interventi previsti per i due settori:

  • curva Fiesole;
  • area sinistra della Maratona.

L’obiettivo della società è quello di riuscire a garantire una capienza di almeno 35mila posti. Lavori che risultano fondamentali per poter festeggiare in maniera decorosa il centenario ad agosto 2026.

Da valutare, intanto, in che modo la società potrà contribuire per sostenere l’impegno del Comune. Del resto Commisso ha dimostrato d’avere disponibilità economiche. Avrebbe però preferito investirle in altra maniera.

Al termine della stagione ha spiegato come il massimo che si possa fare è “lavorare insieme per dare una mano, facendo in modo che tutto finisca il prima possibile (i lavori, ndr), per il bene della Fiorentina. Avere uno stadio a mezzo servizio non serve”.

Ha ribadito ancora una volta come il Franchi sia di proprietà del Comune che, così come in altre realtà, non intende cedere. Tutto ciò porta a uno scontro ideologico: “Avremmo potuto avere un impianto bello e moderno, senza dover buttare tutto giù. Dispiace che non me lo abbiano fatto fare. Ha ragione Marotta. In Italia si sono costruiti solo due stadi nuovi, al contrario di quanto accade negli altri Paesi europei”.

Quest’estate, dunque, prenderanno forma i gradoni della nuova Fiesole. Al tempo stesso, gli operati saranno al lavoro sui parterre adiacenti di Maratona e Tribuna. Si proseguirà poi con il restauro della torre di Maratona, rivolgendo inoltre l’attenzione ai vari servizi fondamentali: nuovi servizi igienici, non più relegati nel sottosuolo ma costruiti al piano terreno.

Un’accelerata che giunge appena in tempo per il centenario della Fiorentina, ma non solo. Alla base di questo accordo c’è in realtà principalmente il termine da rispettare per gli interventi con fondi Pnc-Pnrr, appaltati alle imprese Cobas e Sac (tutto dovrà terminare entro la fine del 2026).

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Quanto costerà tutto ciò? Il quadro economico prevede circa 100 milioni di euro. Si dovranno­ poi individuare i fondi mancanti per completare l’intera ristrutturazione, che è prevista dal progetto Arup. Ecco dove potrebbe entrare in gioco realmente Rocco Commisso. L’ennesimo step di un progetto lungo ed estenuante, in piano stile italiano.





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