Federalberghi, in collaborazione con HOTREC – la confederazione europea dell’ospitalità – e le associazioni di categoria di 25 Paesi europei, ha avviato un’azione legale collettiva contro Booking.com. L’iniziativa nasce dopo la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea, che ha stabilito l’illegittimità delle clausole di parità tariffaria imposte dalla piattaforma agli hotel.
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Per oltre vent’anni, Booking.com ha obbligato le strutture ricettive a rispettare la cosiddetta clausola di parità, impedendo loro di offrire prezzi più bassi o condizioni migliori sui propri siti o su altri canali di vendita. Queste clausole contrattuali hanno limitato la concorrenza online, ostacolando la libertà commerciale degli albergatori e causando un aumento significativo delle commissioni a carico degli hotel.
La sentenza della Corte UE del 19 settembre 2024 ha stabilito che queste pratiche violano il diritto della concorrenza, aprendo la strada a una richiesta di risarcimento da parte degli albergatori che, tra il 2004 e il 2024, hanno subito un danno economico a causa di questo squilibrio contrattuale.
La posizione di Federalberghi
Secondo Federalberghi, gli effetti di queste clausole hanno inciso negativamente sulla redditività delle imprese ricettive italiane, limitando la possibilità di vendite dirette e alterando il mercato digitale. Ora, sulla base del diritto europeo, gli hotel possono chiedere il rimborso di una parte delle commissioni versate tra il 2004 e il 2024, oltre agli interessi.
L’azione legale sarà gestita da un team specializzato in diritto della concorrenza e si svolgerà nei Paesi Bassi, Paese in cui ha sede Booking.com. Il coordinamento è affidato alla fondazione Hotel Claims Alliance, con l’obiettivo di ottenere un risarcimento per le strutture coinvolte e promuovere un mercato digitale più equo. Gli alberghi interessati possono aderire compilando il modulo disponibile sul sito www.mybookingclaim.com. Il termine per partecipare è fissato al 31 luglio 2025.
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All’iniziativa partecipano le associazioni alberghiere di 25 Paesi europei, tra cui Austria, Germania, Francia, Belgio, Croazia, Polonia, Norvegia e Paesi Bassi. L’obiettivo comune è quello di ristabilire condizioni concorrenziali corrette nel mercato delle prenotazioni online, contrastando pratiche commerciali considerate dannose per l’intero comparto dell’ospitalità.
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