Dal 1° giugno 2025 è previsto un nuovo aumento per i lavoratori bancari, in attuazione del contratto collettivo nazionale del credito siglato a novembre 2023 tra Abi (Associazione bancaria italiana) e le principali sigle sindacali (Fabi, First, Fisac, Uilca, Unisin).
L’incremento medio sarà di 50 euro lordi mensili, destinato alla terza area professionale, quarto livello retributivo, con adeguamenti previsti in base all’inquadramento effettivo.
Contratto a tutela del potere d’acquisto
Con questa terza tranche, il cosiddetto “contatore” degli aumenti sale a quota 405 euro, su un totale di 435 euro complessivi, che verranno raggiunti a regime nel marzo 2026 quando si attiverà l’erogazione dell’ultima quota da 30 euro, in coincidenza con la scadenza del contratto.
Rispetto ad altre categorie professionali, i bancari non hanno di che lamentarsi: il rinnovo contrattuale 2023 del settore bancario si è infatti distinto nel panorama della contrattazione nazionale per il fatto di aver garantito uno dei maggiori recuperi del potere d’acquisto sull’aumento dei prezzi, in un triennio segnato da forte inflazione. Il risultato è stato reso possibile anche dagli utili record registrati dal settore bancario negli ultimi anni.
Oltre all’aspetto economico, il contratto ha introdotto altre importanti novità: è stato infatti superato il tetto calmierato sul Tfr imposto dal contratto del 2012, ed è stato potenziato il sistema di governance sulle tematiche tecnologiche e di benessere lavorativo.
Orario ridotto e più formazione
Il contratto dei bancari non contiene unicamente novità sul fronte retributivo: dal 1° luglio 2025 l’orario di lavoro settimanale sarà ridotto da 37,5 a 37 ore, senza decurtazioni sulla busta paga. La misura sarà applicata attraverso accordi aziendali, anche in funzione di una migliore gestione della conciliazione vita-lavoro.
Sempre sul fronte del benessere lavorativo, è stato rafforzato il ruolo del comitato paritetico sull’innovazione e sono state ampliate le ore retribuite per la formazione, con un accesso più agevole ai fondi dedicati a progetti formativi.
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha accolto l’accordo parlando del
miglior contratto per aggiornamento e tutela del valore reale di acquisto e per spessore giuridico di diritti, doveri e responsabilità. È un lavoro sedimentato [anche se] ogni banca ha il suo progetto di business e le tendenze non sono omogenee. Siamo in un mercato che cambia così rapidamente, ma il settore bancario è il più colto e il più attrezzato culturalmente e metodologicamente per non subire e affrontare il domani.
Le incognite del risiko bancario
Il rinnovo contrattuale, che garantisce l’imminente aumento di 50 euro lordi in busta paga, arriva sullo sfondo di un risiko bancario che mette in allerta sindacati e lavoratori. Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) evidenzia come siano coinvolti 102.000 bancari, pari a un terzo del totale.
Sul tavolo ci sono cinque grandi operazioni di fusione, con varie gradazioni di probabilità: Unicredit-Banco Bpm, Bper-Popolare di Sondrio, Mps-Mediobanca, Banco Bpm-Anima, Ifis-Illimity.
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha reso noto che nel sindacato c’è consapevolezza del fatto che
quando si mettono insieme due strutture ci possano essere degli esuberi. Quello bancario non è un sistema, è un settore dove c’è una certa competizione. Il sindacato deve farsi trovare preparato, ci siamo costruiti strumenti per essere autonomi, ci risolviamo i problemi all’interno senza stressare e senza licenziamenti.
Tra gli strumenti potenziati ci sono il Fondo di solidarietà e il Fondo per l’occupazione. È stata inoltre valorizzata l’attività del Prosolidar, fondo di solidarietà alimentato da banche e lavoratori per interventi sociali e umanitari.
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