le evidenze di un’analisi – CREDIT VILLAGE


 CRIBIS Credit Management ha approfondito il ruolo delle garanzie introdotte durante il biennio pandemico, la situazione attuale del fondo di garanzia e una vista comparata sull’andamento del rischio di credito

 Tra il 17 marzo 2020 e il 30 giugno 2022 le misure emergenziali introdotte dai decreti “Cura Italia” e “Liquidità” hanno avuto un ruolo cruciale nel sostenere l’economia durante la crisi, mirando in particolare modo a supportare le imprese e le famiglie con esigenze di liquidità immediata.

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OLTRE 2,7 MILIONI DI GARANZIE CONCESSE

Complessivamente, questi strumenti hanno portato alla concessione di 2.742.227 garanzie, per un importo complessivo di finanziamenti pari a 252,9 miliardi di euro e garanzie per 200,2 miliardi di euro.

Nel dettaglio, 1.184.751 operazioni sono state dedicate a garanzie su finanziamenti fino a 30.000 euro, come previsto dall’articolo 13, lettera m, del “Decreto Liquidità”, per un importo complessivo finanziato e garantito di circa 23 miliardi di euro. L’importo medio per operazione è stato di 19.600 euro.

Inoltre, sono state effettuate 694.901 operazioni riguardanti garanzie sussidiarie su moratorie di finanziamenti, ai sensi dell’articolo 56 del decreto “Cura Italia”, con un volume complessivo finanziato pari a 27 miliardi di euro e un importo garantito di 8,7 miliardi di euro. L’importo medio per questa tipologia di operazione è stato di 38.900 euro.

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Durante l’intero periodo emergenziale, la percentuale media garantita è risultata pari al 79,2% del totale dei finanziamenti, con un dato significativamente più alto per le operazioni di 30.000 euro (99,7%), mentre per le garanzie sussidiarie si è attestata al 32,3%.

La durata media dei finanziamenti è stata di 71,1 mesi, con una durata superiore pari a 80,8 mesi per le operazioni fino a 30.000 euro.

Di seguito un riepilogo dei dati forniti dal Fondo di Garanzia di Mediocredito Centrale:

Un altro aspetto fondamentale è rappresentato dal programma “Garanzia Italia” gestito da SACE, che ha registrato un volume di prestiti garantiti pari a 35,6 miliardi di euro, a fronte di 5.521 richieste ricevute, confermando il ruolo centrale di questa misura nel sostegno al sistema economico durante la crisi sanitaria ed economica.

LA SITUAZIONE ATTUALE DEL FONDO DI GARANZIA

A due anni dalla conclusione del periodo emergenziale, nel 2024 l’operatività del Fondo di Garanzia ha progressivamente ripreso un ritmo stabile e in linea con gli standard consueti. Superate le fasi di straordinarietà si è infatti ritornati alla normalità con una gestione operativa più equilibrata e strutturata, che riflette il sostegno alle imprese in condizioni ordinarie.

Nel 2024 le domande accolte sono state 228.909, in calo rispetto alle 235.894 operazioni registrate nel 2023. I finanziamenti accolti lo scorso anno ammontano invece a 42,5 miliardi di euro, con una diminuzione del -7,7% rispetto all’anno precedente, mentre l’importo garantito è pari a 29,9 miliardi di euro, con una riduzione del -13,8% rispetto al 2023.

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Questo calo riflette le modifiche normative introdotte per il 2024, che hanno ridotto le percentuali di copertura rispetto all’anno precedente: per le operazioni di liquidità rivolte alle imprese in fascia 1 e 2 del modello di rating, la percentuale di copertura è passata dal 60% nel 2023 al 55% nel 2024; per le imprese in fascia 3 e 4, la copertura è stata ridotta dall’80% al 60%.

Nel 2024 le imprese beneficiarie delle operazioni garantite sono state 153.854, rispetto alle 152.038 dell’anno precedente. Questo dato conferma una stabilità nel flusso annuo di garanzie, composto per circa il 30% da imprese che hanno ricevuto almeno due operazioni garantite, mentre il restante 70% ha beneficiato di una sola operazione.

La maggior parte delle domande accolte riguarda operazioni presentate secondo il modello di rating, con 159.427 operazioni (pari al 69,6% del totale). Le restanti operazioni afferiscono alle operazioni di importo ridotto (21,4% del totale, 48.894 operazioni), start-up, start-up innovative e incubatori certificati (4,7% del totale, 10.650 operazioni), portafogli di finanziamento (4.810 operazioni), microcredito (3.027 operazioni), resto al sud (1.735 operazioni), tripartito (270 operazioni), enti del terzo settore (93 operazioni) e stabilimenti strategici ai sensi del DL 18/01/2024 (3 operazioni).

L’ANALISI DEL RISCHIO DI CREDITO DELLE IMPRESE: CONFRONTO TRA FINANZIAMENTI GARANTITI DA MCC E NON GARANTITI

Il significativo ricorso alla garanzia statale durante il periodo pandemico, come esaminato nel paragrafo precedente, ha reso necessario un maggiore focus sul monitoraggio dei finanziamenti e delle imprese che hanno beneficiato di tale garanzia. In quest’ottica, CRIBIS Credit Management, avvalendosi dei dati del patrimonio informativo CRIF, ha condotto una comparazione del profilo di rischio delle posizioni garantite e non garantite da MCC.

L’analisi è stata declinata su tre indicatori: Tasso di scivolamento 3+, Incidenza delle posizioni in Stage 2 e in Stage 3, osservati durante il periodo 2022 e 2024. Questa comparazione offre un quadro approfondito dei profili di rischio tra i finanziamenti relativi alle imprese che hanno beneficiato della garanzia MCC e quelle appartenenti al resto delle imprese finanziate.

La scelta di analizzare il campione dal 2022 è volta a cogliere il fenomeno della fine dei periodi di pre-ammortamento dei finanziamenti garantiti, che ne avevano ridotto il rischio in modo implicito.

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Fonte: Elaborazioni CRIBIS Credit Management su dati CRIF

Indicatore: Tasso di scivolamento 3+ calcolato come il rapporto tra le posizioni che risultano scadute con 3 o più rate, a partire da una condizione iniziale di performance regolare (massimo 2 rate scadute)

 

Il grafico evidenzia come la rischiosità delle posizioni garantite da MCC sia stata superiore rispetto a quelle non garantite per l’intero 2023. Tuttavia, a partire dal primo trimestre del 2024, si osserva un’inversione di tendenza che si consolida e persiste per tutto il resto dell’anno.

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Analizzando invece l’incidenza dello Stage 2 delle imprese che hanno avuto accesso a finanza agevolata, calcolato come rapporto tra posizioni in Stage 2 e posizioni in bonis, emerge una crescita progressiva dal 2022 a fine 2023. Nel primo trimestre 2024 c’è stata un’inversione di tendenza che non è proseguita nel resto dell’anno, confermando la rischiosità maggiore delle posizioni garantite nei trimestri successivi.

Fonte: Elaborazioni CRIBIS Credit Management su dati CRIF

Indicatore: % Incidenza Stage 2 calcolata come il rapporto fra il totale delle posizioni per le quali si è osservato un incremento o presenza di rate scadute e il totale delle posizioni rimaste invece in “Bonis” (0 rate scadute)

L’ultimo grafico mostra, con lo stesso approccio, l’incidenza dello Stage 3. In questo caso a differenza dell’indicatore precedente il profilo di rischio delle posizioni garantite MCC risulta essere in crescita ma rimane comunque su livelli minori rispetto alle posizioni non garantite.

Fonte: Elaborazioni CRIBIS Credit Management su dati CRIF

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Indicatore: % Incidenza Stage 3 calcolata come il rapporto fra tutte le posizioni per le quali si rileva uno stato di default (3+ Rate) diviso per il totale delle posizioni rimaste invece in “Bonis” (0 Rate scadute)

“Il mercato sta attenzionando gli NPE associati a garanzie MCC. L’esposizione del sistema bancario garantita dal Fondo di Garanzia rappresenta circa un quarto del totale degli impieghi verso le imprese, ed ha necessità di una gestione specialistica in ambito NPE. Ci sono quindi i numeri e le caratteristiche funzionali per attribuire a questa tipologia di crediti la qualifica di nuova asset class” commenta Alberto Sondri, Executive Director di CRIBIS Credit Management.





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