La Brexit ha fatto male ai britannici. Starmer vuole un rapporto più stretto con l’Unione


Il primo ministro britannico Keir Starmer è pronto a firmare un nuovo accordo con l’Ue per riallacciare i rapporti dopo la Brexit, ha dichiarato a tarda sera Downing street in vista di colloqui storici di domani a Londra, quando Starmer incontrerà i vertici dell’Unione per il primo summit Ue-Regno Unito post-Brexit, volto a concordare le misure necessarie per un rapporto più stretto tra la Gran Bretagna e i 27. 

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La Brexit ha avuto un impatto significativo sull’economia britannica. Molti settori, inclusi quelli che dipendono dall’esportazione verso l’UE, hanno riscontrato difficoltà nel trovare lavoratori e nell’effettuare scambi commerciali. La Brexit ha anche portato a un aumento della migrazione netta, mentre il numero di studenti UE nelle università britanniche è diminuito.  

La stessa Londra ha subito un ridimensionamento nel settore finanziario che rappresenta una delle voci più importanti che vanno a formare il Prodotto interno lordo del Paese. L’uscita, infatti, ha causato la perdita di alcuni servizi e il trasferimento di attività in altri centri europei.  

Il primo ministro britannico Keir Starmer ospita un incontro virtuale con i leader internazionali per discutere del sostegno all’Ucraina al numero 10 di Downing Street, nel centro di Londra, il 15 marzo 2025 (Leon Neal / POOL / AFP)

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Dopo cinque anni sono state effettuate analisi legate ai costi di gestione della Brexit per il Regno Unito che sono stati stimati a oltre 30 miliardi di sterline, con ulteriori perdite dovute a minori esportazioni, tra cui 2,8 miliardi per l’export alimentare. 

L’uscita dall’Unione ha comportato anche una perdita di investimenti provenienti dall’estero con aziende che hanno rinviato o cancellato piani di investimento proprio pe la mancanza di chiarezza sulle future relazioni tra il Regno Unito e l’UE. 

Ma non sono state solo le imprese britanniche e il commercio a soffrirne. La Brexit ha contribuito a un aumento dell’inflazione nel Regno Unito, in parte a causa del deprezzamento della sterlina e dell’aumento dei costi di importazione. Ciò ha ridotto il potere d’acquisto dei consumatori britannici.

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Anniversario Brexit (Getty Images)

Appare dunque chiara la strategia del Premier inglese che prova a stabilire rapporti diretti con l’Unione per provare a ridimensionare i tantissimi effetti negativi della Brexit che, al contrario di come era stata presentata dai fautori dell’uscita britannica dall’Unione, dopo 5 anni appare come una scelta penalizzante essenzialmente per il Paese d’oltre Manica.

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