“Sì a innovazione e transizione verde, ma senza sacrificare giovani e imprese”


Durante un acceso Question Time alla Camera, la Premier Giorgia Meloni ha risposto a oltre 60 interrogazioni, delineando la visione del Governo sulla transizione ecologica e digitale. Al centro: transizione 4.0 e sostegno alle imprese, neutralità tecnologica, e lotta al caro energia.

Digitalizzazione, transizione verde e innovazione tecnologica sono priorità strategiche, ma non devono mettere a rischio il benessere psicologico dei giovani né la competitività del nostro sistema produttivo. È questo il cuore dell’intervento della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il Question Time alla Camera, rispondendo a oltre 60 interrogazioni su temi caldi: Green Deal europeo, caro energia, disagio giovanile e crisi del settore automotive.

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Un’economia sotto pressione, ma con margini di reazione

Il quadro tracciato dai parlamentari restituisce un’immagine complessa dell’attuale contesto economico. Tra vincoli normativi UE, stagnazione industriale e instabilità energetica, la fotografia è drammatica. Tuttavia, la premier Meloni ha voluto stemperare i toni, sottolineando l’impegno del Governo su più fronti, a partire dalla semplificazione delle regole e dal rilancio di settori strategici, tra cui cita siderurgico, automotive e Spazio.

Green Deal, sì alla transizione ma con pragmatismo

Sul fronte climatico e dell’indipendenza energetica, in risposta a Forza Italia, la premier ha ribadito il no a una visione ideologica della transizione ecologica, giudicata dannosa per la competitività industriale. Ha evidenziato come anche la Commissione europea stia abbracciando oggi un approccio più pragmatico.

Automotive: difendere la neutralità tecnologica

Uno dei temi più dibattuti è quello dell’automotive. Meloni ha annunciato che la revisione del regolamento sui veicoli leggeri è stata rinviata alla seconda metà del 2025, dando così tempo per un confronto più approfondito. L’obiettivo, ha spiegato, è riaffermare il principio di neutralità tecnologica, sostenuto da Italia, Repubblica Ceca e altri 15 Paesi UE: aprire cioè a tutti i carburanti alternativi utili alla decarbonizzazione, non solo all’elettrico.

E proprio sull’elettrificazione la Presidente ha dichiarato: “Continuiamo a ritenere sbagliato, sul piano industriale ma anche sul piano geopolitico, perseguire unicamente la transizione verso l’elettrico, le cui filiere oggi sono in gran parte controllate dalla Cina“.

Nel frattempo, prosegue il dialogo con Stellantis: 6 miliardi di euro di acquisti da imprese italiane entro il 2030. Una risposta concreta a chi teme che la transizione green penalizzi il tessuto produttivo nazionale.

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Sui giovani e digitale “Iniziamo a farci le domande giuste”

Meloni ha lanciato un allarme sul benessere mentale delle nuove generazioni: “Siamo la prima generazione a crescere figli totalmente digitali, ma capiamo davvero cosa sta accadendo? Mi preoccupa che potremmo accorgercene troppo tardi”. Da qui l’annuncio: un gruppo di lavoro specifico affronterà il tema del disagio giovanile, anche legato a cyberbullismo e iperconnessione.

Sì al nucleare, ma anche a trasparenza e riforme strutturali

Il caro energia resta tra le priorità del Governo. In attesa del ritorno al nucleare, Meloni ha indicato la strada dei PPA (contratti a lungo termine per energia da fonti rinnovabili a prezzo fisso), il rilancio dell’idroelettrico e l’energy release, con una riforma della disciplina per sganciare il prezzo dell’energia rinnovabile da quello del mercato.

Con il decreto bollette, ha quindi ricordato, sono arrivati anche interventi strutturali a tutela dei clienti vulnerabili e più trasparenza nelle bollette, un principio di “civiltà” finora trascurato. In totale, il Governo ha stanziato oltre 60 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese.

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