ZES Unica, i vantaggi di una riforma sul fronte finanziario


La ZES Unica per il Mezzogiorno, istituita dal Decreto-Legge 19 settembre 2023, n. 124 («Decreto Sud») e confermata dalla Legge 13 novembre 2023, n. 162, rappresenta una svolta nelle politiche di sviluppo territoriale italiane. Essa sostituisce le otto precedenti ZES regionali, unificando Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna in un’unica grande zona economica speciale. Questa scelta mira a superare la frammentazione, creare una massa critica per attrarre investimenti di maggiori dimensioni e rafforzare la competitività internazionale del Mezzogiorno. La perimetrazione su scala regionale elimina le complessità legate a delimitazioni specifiche, offrendo maggiore flessibilità alle imprese nella scelta della localizzazione.

La governance è centralizzata: la Struttura di Missione ZES, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, gestisce le procedure amministrative semplificate, coordina le amministrazioni coinvolte, promuove la ZES e monitora l’attuazione del Piano Strategico, approvato il 31 ottobre 2024. Questo Piano individua nove filiere strategiche (tra cui Agroalimentare, Turismo, ICT, Automotive, Chimica, Aerospazio) e definisce interventi infrastrutturali prioritari per sostenere lo sviluppo e la competitività dell’area. Invitalia svolge un ruolo operativo chiave, supportando l’istruttoria delle autorizzazioni, la gestione dello Sportello Unico Digitale (SUD ZES) e il monitoraggio delle performance.

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L’Autorizzazione Unica, introdotta dall’art. 14 del D.L. 124/2023, rivoluziona il panorama amministrativo italiano, notoriamente complesso e frammentato. Permette di ottenere, con un unico atto, tutti i permessi necessari (edilizi, ambientali, paesaggistici, sanitari, ecc.) per realizzare e gestire un’attività. La Struttura di Missione ZES diventa l’unico interlocutore per l’impresa e coordina tutte le amministrazioni coinvolte tramite una Conferenza di Servizi con tempistiche accelerate.

La procedura si avvia online tramite il SUD ZES; la Struttura di Missione indice la Conferenza di Servizi, cui partecipano tutte le amministrazioni competenti. I tempi sono contingentati: per progetti semplici si punta a concludere il procedimento in 60-90 giorni, molto meno rispetto alle procedure ordinarie che possono durare mesi o anni. L’Autorizzazione Unica riduce tempi, costi amministrativi e soprattutto l’incertezza, garantendo all’impresa un unico punto di contatto e un solo provvedimento finale. Grimaldello della semplificazione è il «silenzio-assenso» generalizzato, i pareri devono essere resi in tempi perentori, decorsi i quali si ritengono resi positivamente.

Il «rischio di permitting» – cioè l’incertezza su tempi ed esito dei procedimenti autorizzativi – rappresenta uno dei principali ostacoli agli investimenti, soprattutto in contesti normativi complessi come quello italiano. Ritardi o esiti incerti possono generare costi imprevisti, immobilizzo di capitali e rischio di blocco definitivo dei progetti, scoraggiando gli investitori e danneggiando la reputazione del territorio. L’Autorizzazione Unica ZES affronta questo nodo critico, trasformando l’incertezza in prevedibilità: tempi certi e un esito definito in tempi ragionevoli permettono alle imprese di pianificare meglio investimenti e flussi finanziari, negoziare con maggiore sicurezza e presentarsi al sistema bancario con un profilo di rischio ridotto. Questo abbattimento del rischio di permitting aumenta l’attrattività e la fattibilità degli investimenti, sia per l’imprenditore che per i finanziatori. La riduzione del rischio amministrativo si riflette direttamente nella valutazione del merito creditizio da parte delle banche. Gli istituti di credito, nei loro modelli di rating, tengono conto del rischio operativo e, in particolare, del rischio legato all’ottenimento dei permessi. Un progetto con Autorizzazione Unica ZES offre maggiore certezza sui tempi di realizzazione, consentendo una valutazione più affidabile del business plan e della capacità di generare flussi di cassa per rimborsare il debito, in conformità con quanto previsto dalla nuove linee guida dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) sulla concessione e il monitoraggio dei prestiti.

La diminuzione del rischio di ritardi o blocchi amministrativi riduce la probabilità di perdite sia per l’impresa sia per la banca, migliorando il rating bancario del progetto o dell’impresa. Un rating migliore si traduce in una maggiore probabilità di ottenere finanziamenti e in condizioni più favorevoli: le banche applicano uno spread sul tasso di interesse che dipende dal rischio percepito, quindi un rischio minore comporta un costo del credito più basso. Una migliore valutazione del merito creditizio facilita l’accesso al credito. Le banche sono più propense a finanziare progetti nella ZES Unica, aumentando il tasso di accoglimento delle richieste e la disponibilità a sostenere iniziative anche marginalmente più rischiose. Inoltre, strumenti di garanzia pubblica come il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI possono offrire condizioni più favorevoli alle imprese localizzate nella ZES, riducendo ulteriormente il rischio per le banche.

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Gli incentivi fiscali, poi, come il credito d’imposta sugli investimenti, migliorano la liquidità aziendale, rafforzando la struttura finanziaria delle imprese e facilitando l’accesso a ulteriori finanziamenti. Sebbene manchino ancora dati empirici specifici post-riforma, la logica finanziaria e le prime evidenze suggeriscono che la semplificazione amministrativa della ZES Unica può generare vantaggi competitivi tangibili anche sul fronte finanziario, rendendo gli investimenti nel Mezzogiorno più attrattivi, sostenibili e convenienti.



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