Lo scorso anno, l’utile delle banche in Serbia (prima delle imposte) è salito a 1,5 miliardi di euro. Il rendimento degli attivi è stato pari al 2,8%, mentre quello del capitale al 20,3%, secondo il rapporto della società di consulenza EY “Pulse del settore bancario”.
Si tratta di un record assoluto dall’inizio della riforma del settore nei primi anni 2000 e della continuazione del trend di crescita della redditività iniziato nel 2021.
L’elevatissima redditività è dovuta principalmente agli alti margini d’interesse. Nel corso del 2023, i tassi d’interesse sui prestiti sono aumentati molto più rapidamente rispetto ai tassi sui depositi, consentendo alle banche di ottenere profitti elevati.
Guardando al contesto macroeconomico globale, EY osserva che è caratterizzato da un’elevata inflazione, alti tassi d’interesse e una bassa crescita economica. In un contesto di alta inflazione dal 2022 e di tassi elevati, a livello globale le banche stanno registrando un’elevata redditività.
Nel 2023 e nel 2024, il rendimento del capitale delle banche nell’area euro ha raggiunto il 10%, rispetto all’1% del 2021, come conseguenza del più rapido aumento dei tassi sui prestiti rispetto a quelli sui depositi.
In Serbia, le pressioni inflazionistiche si sono ripresentate alla fine del 2024 e all’inizio del 2025. La Banca Nazionale della Serbia (NBS) non ha ridotto il tasso d’interesse a partire da settembre 2024. Allo stesso tempo, come indicato nel rapporto EY, la liquidità è abbondante: la NBS assorbe settimanalmente tra 3 e 3,5 miliardi di euro attraverso operazioni di pronti contro termine (repo) dalla fine del 2023, un livello considerato comparativamente elevato.
Dall’inizio del 2023 si osserva una crescita dei depositi, che ha portato a un’eccedenza di liquidità per le banche. D’altra parte, una crescita più significativa del credito è iniziata solo a metà del 2024, dopo una quasi stagnazione nel 2023 e nella prima metà dello scorso anno. L’aumento del credito nel 2023 e 2024 è dovuto principalmente ai prestiti concessi alle famiglie. Nel 2024 i prestiti alle famiglie sono aumentati di 1,4 miliardi di euro, mentre quelli alle imprese di 800 milioni.
Come già menzionato, a partire dal 2023 le banche hanno in larga misura destinato l’eccesso di liquidità allo Stato attraverso l’acquisto di obbligazioni e alla banca centrale tramite operazioni repo. Rispetto alla fine del 2022, l’ammontare investito dalle banche in questi due strumenti è aumentato di circa 3,5 miliardi di euro, raggiungendo quasi 11 miliardi di euro.
La redditività record è stata generata dalla crescita dei margini d’interesse. A febbraio di quest’anno, i tassi d’interesse sui prestiti erano in media pari al 7,2%, rispetto al 4,4% di gennaio 2022. Allo stesso tempo, i tassi d’interesse sui depositi sono saliti al 3,4%, rispetto all’1,3% di gennaio 2022.
Non solo i margini d’interesse sono aumentati significativamente rispetto al periodo precedente al 2022, ma è probabile che restino elevati. La maggior parte delle banche centrali, inclusa la NBS, ha interrotto l’allentamento monetario a causa delle crescenti pressioni inflazionistiche.
Tuttavia, secondo gli esperti di EY, mantenere una redditività così elevata potrebbe rappresentare una sfida. Lo scorso anno i crediti deteriorati (NPL) rappresentavano solo il 2,5%, ma gli analisti prevedono la possibilità di un aumento del rischio e una leggera crescita dei NPL nei prossimi mesi, così come dei costi di finanziamento.
Il reddito operativo del settore bancario nel 2023 è stato di 2,9 miliardi di euro, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Allo stesso tempo, i costi operativi sono aumentati solo dell’11%, raggiungendo 1,4 miliardi di euro.
I ricavi da interessi sono aumentati del 16% su base annua, arrivando a 3,1 miliardi di euro, grazie ai margini più ampi e alla crescita dei prestiti. I costi da interessi sono invece ammontati a 900 milioni di euro.
I ricavi da commissioni e provvigioni sono cresciuti del 17%, raggiungendo 1,1 miliardi di euro, mentre i costi delle commissioni per le banche sono aumentati dell’11%, a 400 milioni di euro.
Si osserva che i ricavi da commissioni delle banche, dal 2019, sono più che raddoppiati, nonostante gli investimenti nella digitalizzazione.
Il rapporto costi/ricavi è sceso dal 75% nel 2020 al solo 50% nel 2024. Ciò è dovuto non solo alla crescita dei ricavi, ma anche alla riduzione dei costi, come la diminuzione degli spazi fisici e del numero di dipendenti grazie alla digitalizzazione.
Ad esempio, gli attivi per filiale sono passati da 4,46 milioni di euro nel 2019 a sette milioni di euro. Un andamento simile si registra anche per gli attivi per dipendente, sebbene la crescita sia leggermente inferiore.
Quasi tutte le banche lo scorso anno hanno registrato una crescita dell’utile operativo e dell’utile ante imposte. Tra le grandi banche, Raiffeisen ha registrato la crescita più elevata dell’utile operativo (+22,3%) ed è risultata anche la banca con l’utile netto più alto nel 2023. Il suo profitto ante imposte è stato pari a 289 milioni di euro, ossia 75,6 milioni in più rispetto all’anno precedente.
L’utile ante imposte di Intesa è aumentato di 56,5 milioni di euro, raggiungendo i 260 milioni, mentre quello di UniCredit è cresciuto di 50,8 milioni di euro, arrivando a 230 milioni.
Le cinque principali banche nel 2023 detenevano il 62% del totale degli attivi del settore bancario. Tuttavia, già all’inizio del 2025 la situazione è cambiata, in seguito al completamento dell’integrazione tra AIK Banka ed Eurobank Direktna, con cui AIK Banka è diventata la terza banca del Paese per dimensioni dell’attivo.
Gli analisti di EY ritengono che il trend di fusioni e acquisizioni nel settore bancario serbo con ogni probabilità continuerà.
(Danas, 06.05.2025)
https://www.danas.rs/vesti/ekonomija/banke-profit-kamatne-marze/
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link