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Potenziamento ferrovia. Altro ‘no’ degli agricoltori: “Gravi danni alle aziende”


Agricoltori e comitati ribadiscono il loro ‘no’ agli attuali progetti di ampliamento della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese, a ridosso del percorso autostradale e attraverso la costruzione di un viadotto. “Nessuno dei tracciati proposti è sostenibile per il tessuto produttivo agricolo”, ha ribadito il presidente di Confagricoltura Bologna, Davide Venturi, intervenuto l’altra sera all’incontro organizzato al centro sociale La Stalla (oltre 200 i presenti) per esprimere, anche a nome delle altre associazioni Cia Imola e Terraviva Emilia Romagna, il “disappunto di un settore scarsamente considerato nella progettazione di questa grande opera pubblica”.

Il pensiero di Venturi è chiaro: “Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un drastico calo delle aziende agricole, in particolare frutticole, viticole e orticole che con la loro specializzazione hanno contribuito a valorizzare le eccellenze produttive del territorio imolese. Diverse sono state le cause tra crisi produttive, eventi climatici estremi, aumento dei costi, burocrazia asfissiante e problemi nel ricambio generazionale. Proprio alla luce di questa situazione, riteniamo che le Istituzioni debbano considerare prioritario la salvaguardia della produttività agricola dei loro territori”.

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Tuttavia, come evidenziato da Venturi, questa attenzione non c’è stata nel caso del progetto sull’ampliamento della linea ferroviaria. “Nessuna delle proposte presentata nel corso del dibattito pubblico ha dedicato la giusta attenzione al mondo agricolo” – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Bologna –; ognuna delle varianti proposte presenta gravi impatti sulle aziende agricole che insistono nelle aree interessate, in alcuni casi si arriverebbe addirittura al rischio di cessazione dell’attività stessa, tali sarebbero gli effetti devastanti. Il problema è che tutto questo non è stato inizialmente considerato, per questo abbiamo apprezzato la disponibilità del responsabile del dibattito pubblico ad ascoltare la voce degli agricoltori, che però dovevano essere interpellati prima per costruire percorsi condivisi”.

Confagricoltura Bologna, insieme a Cia Imola e Terraviva Emilia Romagna, chiede che siano cercate “altre soluzioni progettuali e istituiti tavoli tecnici permanenti che tengano conto di tutte le parti coinvolte, tra cui le stesse imprese costituite da cittadini e agricoltori. Solo così – spiegano le associazioni di categoria – sarà possibile garantire un equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e tutela del patrimonio agricolo e del territorio”.

All’indomani dell’incontro alla Stalla, il coordinamento dei comitati parla di “ottima occasione per confrontarsi su un argomento spinoso che coinvolge tutti in un momento nel quale il silenzio che è seguito alla chiusura del dibattito pubblico, preoccupa e non poco. In gioco – concludono i comitati – ci sono la tenuta economica del nostro territorio e la tenuta sociale delle nostre comunità, e come cittadini ed agricoltori non abbiamo la benché minima intenzione di abbassare la guardia e di aspettare in silenzio. Vogliamo che le Istituzioni a tutti i livelli, siano coscienti e prendano atto della nostra coesa presenza. Da sempre la nostra motivazione è quella di arrivare ad un progetto migliore possibile per il territorio, che metta in equilibrio lo sviluppo, la tutela delle attività e la tenuta ecosostenibile e sociale intesa nel senso più ampio”.

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