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Usa, superdazi alla Cina: 104% ma Pechino non molla. Meloni incontra le imprese: 25 miliardi dal Pnrr e vola a Washington


Entrano in vigore i nuovi dazi reciproci tra Stati uniti e 60 Paesi: variano dall’11 al 50%, tranne che per la Cina. Qui il presidente Usa Donald Trump impone a Pechino l’aliquota del 104%. Il tycoon assicura: “La Cina manipola la valuta per compensare i dazi, ma a un certo punto farà un accordo”. La risposta: “Lotteremo fino all’ultimo”. E’ ancora aperta, invece, la partita con l’Unione europea: Bruxelles prepara il “bazooka” con i controdazi, ma nello stesso tempo vuole un negoziato. Le borse europee recuperano mentre Wall Street chiude in sensibile calo. Eppure Trump si dice convinto che gli Usa stanno incassando 2 miliardi al giorno grazie ai dazi. Il presidente Usa annuncia anche un’importante tariffa sui prodotti farmaceutici, dopo essersi lamentato del fatto che gli Stati Uniti non producono più i propri farmaci e ha parlato delle disparità nei prezzi che gli altri Paesi pagano per i farmaci. Tali dazi avrebbero conseguenze anche per l’Italia, che ha un importante settore farmaceutico ed esporta molto in Usa.

Le Borse asiatiche accusano il colpo: Tokyo cede il 4,87%, mentre Taiwan ampia il rosso a -5,86%. Tra i listini principali, soltanto Shanghai segna un rialzo dello 0,24%, mentre Seul perde l’1,82% e Singapore il 2,16%.

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Intanto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontra le imprese a Palazzo Chigi e annuncia 25 miliardi di aiuti con fondi del Pnrr e si prepara al viaggio a Washington previsto il 17 aprile. L’obiettivo, la vera “sfida”, è convincere Donald Trump che la soluzione migliore per tutti è la formula “zero per zero”, azzerare i dazi per evitare danni tanto
all’Unione europea quanto agli Stati Uniti. “Dobbiamo lavorare con l’Unione Europea per definire un accordo positivo”, dice la premier alle categorie produttive. Meloni sottolinea la necessità di un raccordo con i 27 paesi dell’Ue dopo che in questi ultimi giorni si sono fatti più intensi i contatti con Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione aveva già sottolineato che i buoni rapporti della premier italiana con il tycoon potevano essere utili.

Stefania Losito





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