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Manifattura italiana tra digitalizzazione e sostenibilità: senza incentivi 7 aziende su 10 avrebbero tagliato gli investimenti


La spinta agli investimenti delle imprese manifatturiere passa ancora dagli incentivi statali. Secondo i dati dell’Osservatorio MECSPE sull’industria, presentato nei giorni scorsi a Bologna, il 70% delle aziende avrebbe ridotto o annullato i piani di sviluppo senza il supporto del Piano Transizione 5.0. Nonostante le incertezze legate al caro energia e alla carenza di personale, il settore mostra segnali di resilienza e fiducia: l’80% degli imprenditori si dice soddisfatto dell’andamento aziendale e circa la metà guarda al futuro con ottimismo.

Il report, realizzato da BI-REX Competence Center, rileva come il 2024 abbia segnato un passo avanti nella trasformazione digitale delle imprese, con il 71% delle aziende che ha migliorato il proprio livello tecnologico. Cybersecurity, 5G e cloud computing sono tra le soluzioni più adottate, mentre cresce l’interesse per l’intelligenza artificiale, considerata da 6 imprenditori su 10 come un’opportunità da cogliere nei prossimi anni, soprattutto per migliorare comunicazione, controllo qualità e automazione.

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Transizione 5.0 e sostenibilità: un binomio ancora in costruzione

Accanto all’innovazione digitale, resta centrale la sfida della sostenibilità: solo il 28% delle imprese ha già avviato la misurazione della propria impronta di CO2, mentre un altro 28% prevede di farlo entro il 2025. Sebbene quasi il 60% delle aziende intenda integrare i criteri ESG nella propria strategia, il cammino verso una reale transizione verde appare ancora lungo.

“Il Piano Transizione 5.0 è una leva strategica per l’industria italiana, soprattutto in un contesto globale instabile e caratterizzato da elevati costi energetici” – ha dichiarato Raffaele Spallone, dirigente del MIMIT – “Le recenti modifiche normative puntano a facilitare l’accesso agli incentivi e a rendere più efficiente l’assorbimento delle risorse”.

L’Emilia-Romagna punta al 100% rinnovabile

Tra i territori più attivi nel promuovere la doppia transizione, digitale ed ecologica, c’è l’Emilia-Romagna. “Il nostro obiettivo è arrivare al 2035 coprendo il 100% dei consumi elettrici regionali con fonti rinnovabili” – ha affermato Elena Mazzoni, assessora della Regione – “Sostenibilità e innovazione sono le chiavi per la competitività futura”.

Competenze, il nodo cruciale

Il gap di competenze resta uno degli ostacoli principali: “Servono professionisti preparati in ambiti come IoT, AI, cybersecurity e robotica” – ha commentato Ivo Nardella, presidente di Senaf – “Solo così le imprese potranno cogliere appieno i benefici della transizione tecnologica e sostenibile”.

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Il settore manifatturiero guarda quindi al 2025 tra opportunità e sfide, con l’urgenza di accelerare su innovazione e green economy per restare competitivo sui mercati internazionali.



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